C’è speranza per parte dei tram storici, che si trovano all’interno del deposito Atm di corso Italia, in procinto di essere demoliti. L’Azienda trasporti milanesi, con una nota inviata a il Cittadino, ha infatti comunicato che “stiamo identificando alcune vetture, in particolare i pezzi unici, che segnaleremo al fornitore che si aggiudicherà l’appalto affinché la bonifica venga effettuata a scopo conservativo, compatibilmente con gli interventi necessari per legge. Atm, come ha già scritto nella lettera di risposta ad alcune associazioni, ribadisce la propria attenzione al patrimonio aziendale e, qualora non ritenesse di conservare tutte le vetture uniche in ambito aziendale, valuterà di soddisfare le richieste ricevute da terzi per l’adozione”.
Una forte apertura da parte dell’azienda di trasporti meneghina, che arriva dopo le nuove polemiche sollevate dai promotori della petizione online, che ha raggiunto le 50mila firme, che chiedono di salvare almeno una decina di pezzi unici. Ora tutte le associazioni che hanno manifestato interesse per la sorte delle vetture storiche (molti risalenti agli anni Venti e Trenta del Novecento: si tratta dei vecchi “gambadelegn” che collegavano Milano alla provincia, da Abbiategrasso a Vimercate, da Limbiate all’Adda) sperano di poter tirare un sospiro di sollievo e di poter salvare almeno un pezzo della storia dei trasporti italiani.
Il bando di vendita di Atm scadeva, all’inizio, lo scorso 18 ottobre ma è stato prorogato (è stato chiuso nei giorni scorsi: ora si stanno vagliando le offerte ricevute, presto ci sarà un vincitore) per inserire due modifiche sostanziali: la facoltà di Atm di non procedere all’assegnazione dei lavori di bonifica e/o alla vendita di tutte le vetture all’aggiudicatario dell’appalto; l’indicazione in offerta dei prezzi unitari di acquisto dei singoli veicoli.