È ancora in carcere a Marrakech, la ragazza italo-marocchina originaria di Vimercate che su facebook aveva scritto un post su un versetto del Corano ed è stata arrestata per blasfemia. La diplomazia continua a lavorare per liberarla da una condanna di reclusione pari a tre anni e mezzo, mentre c’è chi si appella al re del Marocco Mohammed VI.
In questi giorni la 23enne ha ricevuto nel penitenziario marocchino la visita dei genitori oltre e quelle del console onorario e del console generale nel Paese africano.
Sulla questione si sta impegnando l’onorevole concorezzese Massimiliano Capitanio della Lega.
«Tutti i livelli diplomatici sono al lavoro per assistere Ikram Nazih, mercoledì sera ho avuto un nuovo colloquio telefonico con l’ambasciatore italiano, Armando Barucco, che sta seguendo il caso, senza sosta, dalle prime ore e che ringrazio – ha fatto sapere il deputato – Speriamo che la sentenza di primo grado possa essere ribaltata in appello, dopo aver accolto i chiarimenti arrivati dalla difesa. La diplomazia sta facendo di tutto e confidiamo assolutamente nella giustizia e nelle autorità locali per l’esito positivo di una vicenda molto complessa. La studentessa non è sola e può contare sul supporto di molti parlamentari e anche di associazioni di donne marocchine con cui ho avuto modo di confrontarmi, anche per gestire nel modo più adeguato la vicenda».
L’ambasciata italiana in Marocco intanto continua a dare assistenza ai familiari.
Da Gaza dove si trova in questi giorni, si è espresso anche Davide Piccardo, già responsabile del coordinamento delle comunità islamiche di Milano e direttore de La Luce, web magazine di informazione islamica: ha chiesto la grazia per la giovane al re Mohammed VI .
«Considero la blasfemia una colpa grave, nei confronti di Dio e verso i credenti e che non metto in discussione il diritto-dovere dello Stato marocchino di procedere in giudizio per reprimerla e tuttavia sono certo che nel caso di Ikram Nazih ci siano circostanze attenuanti relative alla sua giovane età e al fatto che purtroppo molti dei giovani musulmani provenienti da famiglie immigrate, non hanno ricevuto nessuna formazione ed educazione islamica», ha scritto in un articolo sul giornale online, ricordando che il 20 luglio si celebrerà la Festa del Sacrificio (Aid al Adha) e chiedendo in quest’occasione al re del Marocco di concedere la grazia.