“Stucchi 64” di Monza, tessuto economico ricucito là dove c’era la Singer

In occasione dei 35 anni dalla rigenerazione urbana un incontro per ripercorrere un recupero di successo di un'area industriale dismessa
«Stucchi 64, una storia di successo», promosso da Apa Confartigianato in collaborazione con Assolombarda Fabrizio Radaelli

Una volta operazioni di questo tipo venivano indicate come recupero di aree industriali dismesse. Adesso, invece, si chiamano casi di rigenerazione urbana. Monza, in ogni caso, è stata in anticipo sui tempi. La conferma è arrivata durante dell’incontro intitolato «Stucchi 64, una storia di successo», promosso da Apa Confartigianato in collaborazione con Assolombarda. L’appuntamento, ospitato venerdì 28 febbraio nella sede di Apa Confartigianato Imprese in Viale Stucchi 64, ha appunto permesso di ripercorrere le vicende relative al fallimento della Singer e il successivo riutilizzo dell’area occupata dal 1968 al 1990 dalla famosa azienda produttrice di macchine da cucire. Qui, dove fino a 35 anni fa lo storico marchio realizzava i suoi prodotti, ora sono operative 55 imprese che occupano complessivamente circa 600 persone.

Dalla Singer a “Stucchi 64”, una rigenerazione urbana di successo a Monza

Il «salvataggio» dell’area manifatturiera fu effettuato tra il 1990 e il 1996, grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale, delle associazioni imprenditoriali, delle organizzazioni sindacali. Quell’unione di forze evitò che l’area si tramutasse in un altro centro commerciale. Così, invece, si evitò la scomparsa di un altro «pezzo» dell’economia manifatturiera cittadina. Una storia con un finale positivo ricostruita attraverso un documentario realizzato dalla stessa Apa Confartigianato. I testi si basano anche sui molti articoli che il Cittadino dedicò alla complessa operazione. All’incontro sono intervenuti anche alcuni tra i protagonisti del rilancio dell’area Ex Singer: Dario Visconti, presidente Consorzio Sviluppo Monzese 1994-2000, Sandro Salmoiraghi, imprenditore, vicepresidente dello stesso Consorzio, e l’ex sindaco Marco Mariani. Ma hanno sottolineato l’importanza di quel progetto diventato realtà, anche Giovanni Mantegazza, Presidente Apa Confartigianato Imprese Milano Monza e Brianza, Gianni Caimi, presidente della sede di Monza e Brianza di Assolombarda e Paolo Pilotto, sindaco di Monza.

Dalla Singer a “Stucchi 64”, operative 55 aziende per 600 lavoratori

«Questa reindustrializzazione – ha evidenziato Mantegazza – è stato il risultato di un progetto condiviso e di una determinazione incrollabile». «Se chiude un’azienda, chiude un’idea – ha commentato Pilotto – e la capacità di trasmettere nel tempo tutte le competenze». Ma qui a Monza si sono appunto trovate le contromisure giuste per evitare l’abbandono e il degrado di un’area, amaro capolinea di altre situazioni simili. L’incontro si è chiuso con una tavola rotonda sul tema «Rigenerazione urbana e sostenibilità – Nuove prospettive per il patrimonio industriale». Enrco Boerci, presidente e amministratore delegato di BrianzAcque, ha illustrato come anche le utilities possano ricoprire un ruolo importante in questo ambito. L’ampliamento del depuratore di Monza, operazione imposta dall’adeguamento delle normative europee, per esempio avverrà sotto terra. «L’obiettivo del governo del territorio – ha specificato Marco Lamperti, assessore comunale al governo del territorio – è migliorare la qualità della vita dei cittadini». La rigenerazione urbana serve pure per evitare l’espulsione del ceto medio dalle città. «E senza il ceto medio – ha ammesso Silvia Botti, architetta e giornalista -, le città non possono vivere».