Storie di Natale dal carcere di Monza: i panettoni regalati da un anonimo, gli incontri con le scuole

Le storie dal carcere di Monza, a partire dai mille panettoni donati da un anonimo ai detenuti.
La casa circondariale di Monza
La casa circondariale di Monza

C’è un anonimo benefattore che ogni anno, da cinque anni ormai, rende più dolce il Natale di chi è in carcere a Monza. Una favola silenziosa la sua. L’anonimato è l’unica richiesta che fa ai volontari dell’associazione Carcere aperto a cui consegna, qualche giorno prima delle feste, i panettoni da regalare ai detenuti e agli agenti della polizia penitenziaria.

Storie di Natale dal carcere di Monza: mille panettoni distribuiti per il quinto anno in forma anonima da un privato

Quest’anno sono mille quelli distribuiti. Il regalo, attesissimo soprattutto dai detenuti, è stato recapitato dai volontari nelle sezioni della casa circondariale. Un gesto di generosità che quest’anno è ancora più speciale. «Questo benefattore fino allo scorso anno ci regalava i panettoni a nome della sua azienda. Ora che è andato in pensione ha voluto continuare anche da privato cittadino», racconta Paolo Cattaneo, volontario e membro del direttivo dell’associazione Carcere aperto che da anni opera all’interno dell’istituto di via Sanquirico a contatto con i detenuti, ma non solo.

Storie di Natale dal carcere di Monza: le collaborazioni con le scuole del territorio

Dallo scorso anno hanno preso il via diverse collaborazioni con alcune scuole superiori del territorio. «Abbiamo iniziato con il liceo Parini di Seregno, dove torneremo anche nelle prossime settimane, e poi dall’inizio di quest’anno scolastico a oggi siamo stati invitati dall’istituto Majorana di Cesano Maderno, dal Vanoni di Vimercate, dal Meroni di Lissone, dal Riva di Sarnico. Incontriamo gli studenti per parlare di Costituzione, di carcere e società».
Un dialogo schietto e diretto quello con i ragazzi, solitamente di quarta e quinta superiore, incuriositi dalla vita dentro il carcere ma anche dalle possibilità di rinascita che possono esserci dopo la fine della pena.
«Gli studenti sono interessati soprattutto a capire quali possono essere le prospettive future per chi è stato in carcere. È una visione profonda che interpella tutta la società. Se le scuole ci chiedono così tanti interventi significa che il problema è sentito, che c’è un’emergenza educativa soprattutto alla loro età, e che può sfociare anche nell’esperienza drammatica del carcere. Iniziamo citando la Costituzione – continua Cattaneo, che è referente del progetto con le scuole – che ci impone di vivere responsabilmente all’interno della società. Ma cosa succede quando si devia dalle regole, quando si entra in carcere? Ha ancora senso parlare di rieducazione? Ecco, sono queste le domande che affrontiamo con i ragazzi».

Storie di Natale dal carcere di Monza: l’ex detenuto a capo di una cooperativa che produce Parmigiano

Ad accompagnare i volontari di Carcere aperto nelle scuole a volte sono anche alcuni detenuti, che si rendono disponibili a raccontare la loro esperienza. E a volte le storie che riportano raccontano di una rinascita. Come l’ex detenuto che oggi è a capo di una cooperativa sociale che produce Parmigiano. «Ha messo a disposizione dell’associazione 4000 pezzi di formaggio di mezzo chilo. Grazie ai soldi raccolti con la distribuzione del formaggio siamo riusciti a finanziare non solo il progetto con le scuole ma anche altre iniziative dell’associazione».
Per maggiori informazioni: info@carcereaperto.it.