Forse l’esasperazione per una situazione in casa sempre più difficile da sostenere, o forse solo i fumi dell’alcol, che lo hanno completamente annebbiato. Di certo il gesto del 43enne Luca C., incensurato brianzolo che lunedì pomeriggio ha colpito con una coltellata il padre della convivente gravemente malato, ha rischiato di avere conseguenze ben peggiori.
Fortunatamente, l’anziano settantenne, sofferente di una diffusa malattia mentale, se l’è cavata con una prognosi di 15 giorni, anche se la magistratura ha disposto ulteriori accertamenti per verificare se ci siano stati eventuali altri maltrattamenti, prima dell’aggressione avvenuta in casa.
Secondo quanto confermato dagli inquirenti, è certo che l’uomo fosse ubriaco. Rientrato nell’abitazione di Seveso che condivide con la compagna, e nella quale vive anche il padre di lei malato, si è lasciato andare ad un gesto violento contro l’anziano. Quest’ultimo, è stato raggiunto da un fendente alla spalla sferrato con un coltello preso dalla cucina.
Per il ferito, è seguito il trasporto all’ospedale di Desio, mentre sul posto sono giunti i carabinieri di Seregno a mettere ordine. Luca C., 43 anni, mai un precedente, mai una noia con la giustizia, è stato arrestato. Il provvedimento è stato poi modificato nella misura dell’allontanamento dalla dimora famigliare, in attesa di convalida della stessa da parte del gip Giovanni Gerosa del tribunale di Monza, competente per territorio.
L’accusa per lui, è comunque quella di lesioni gravi, visto che le conseguenze della ferita si sono rivelate modeste, e non è stata procurata in un punto vitale. La magistratura inquirente (pm Giulia Rizzo), ha disposto tuttavia ulteriori accertamenti sulle condizioni di salute del ferito, apparso molto provato, a prescindere dalla ferita alla spalla giudicata guaribile in 15 giorni. Quello che gli inquirenti intendono verificare, è che non ci siano stati precedenti maltrattamenti nei confronti dell’uomo, che comunque necessita di assistenza continua a causa della malattia di cui soffre.
Della vicenda sono stati informati anche gli uffici dei servizi sociali, che già seguivano il caso, secondo quanto si apprende da palazzo di giustizia. Dopo il gesto, l’indagato è apparso sinceramente dispiaciuto per quanto successo. Già nei giorni successivi al fatto, si è presentato presso la stazione dei carabinieri, per chiedere come stesse il suocero, e sincerarsi delle sue condizioni.