Seveso, lo scempio delle piscine su YouTube: nel rudere spunta un appartamento arredato

Lo scempio della ex piscina di Seveso mostrato da due giovani esploratori in un video pubblicato su YouTube pochi giorni fa sul canale di Riccardo Dose
Un frame del video dell’ex piscina di Seveso

La situazione di abbandono del Transatlantico, le piscine di via Ortles, a Seveso, è sotto gli occhi di tutti. Dall’esterno è una questione abbastanza visibile, ma al suo interno è veramente inimmaginabile. La mostrano due giovani esploratori in un video pubblicato su YouTube pochi giorni fa sul canale di Riccardo Dose, oltre due milioni di iscritti e, in pochi giorni, svariate migliaia di visualizzazioni. All’interno dei locali delle piscine ci sono rifiuti ovunque, ma, cosa ben più inquietante, c’è una specie di appartamento allestito di tutto punto. Sembra abbandonato e sembra che non ci sia più nessuno ad occupare lo stabile. Ma il condizionale è particolarmente d’obbligo.

Seveso, l’ex piscina su YouTube, il sindaco: “Progetto di recupero finanziato”

Perché come sono riusciti ad introdursi i due operatori, chiunque potrebbe farlo. In questa sottospecie di appartamento ci sono i mobili di una cucina, dei giacigli con tanto di materassi e resti di angoli utilizzati come latrine. Ovviamente le condizioni igienico sanitarie sono ben oltre il limite. «Tempo fa eravamo a conoscenza della presenza di alcuni sbandati ma erano stati allontanati ed era stato tutto sigillato», conferma la sindaca Alessia Borroni. «Ora vediamo questo video che, sinceramente, al di là della data di pubblicazione, non sappiamo a quando risalga. Ovviamente attiveremo dei controlli con le forze dell’ordine. Dal punto di vista pratico, il progetto di recupero è stato finanziato e siamo alla fase di incarico del progetto esecutivo. A causa di maggiori costi integreremo con fondi comunali. Ci sarà prima la bonifica degli spazi e successivamente il recupero della struttura sportiva, con l’obiettivo di consegnare i lavori entro agosto 2023 e terminarli in sette mesi».