Nell’ambito di un’azione finalizzata alla tutela della corretta concorrenza commerciale sul territorio e della sicurezza dei prodotti posti sul mercato, il corpo della polizia locale di Seregno, comandato da Umberto Trope, ha denunciato nei giorni scorsi per frode nell’esercizio del commercio, ai sensi dell’articolo 515 del codice penale, a motivo della vendita di prodotti non conformi alle normative europee, e per il possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere, ai sensi in questo caso dell’articolo 4 della legge 110/75, un uomo di 36 anni, cittadino italiano, titolare di un’attività. Inoltre, allo stesso sono state comminate sanzioni amministrative, per un ammontare complessivo di circa 8mila euro, in relazione alle numerose irregolarità emerse, tra cui la mancanza dell’indispensabile marcatura CE su alcuni prodotti e la non conformità della loro documentazione di accompagnamento. Il personale ha quindi proceduto al sequestro penale dei monopattini e delle biciclette elettriche non conformi ritrovati, in tutto centotrenta, per un valore di mercato di circa 120mila euro, nonché degli oggetti pericolosi rinvenuti nel negozio.
Polizia locale: 130 veicoli elettrici sono risultati non conformi
L’intervento è stato originato da una serie di accertamenti, durante i quali in precedenza era stato fermato un soggetto che viaggiava a bordo di un monopattino, in grado di circolare ad una velocità prossima ai 60 chilometri all’ora, sufficiente per farlo rientrare nella categoria dei ciclomotori. La documentazione fornita dall’interessato ha consentito di risalire all’esercizio che, in città, aveva venduto il mezzo. Da qui è stata pertanto disposta un’ispezione. Una volta sul posto, gli agenti hanno riscontrato che numerosi veicoli elettrici commercializzati non rispettavano le normative, avendo caratteristiche tecniche non conformi. Inoltre, le certificazioni di conformità CE che accompagnavano i prodotti non sono risultate valide. Una verifica nella banca dati Nando, gestita dall’Unione europea, ha permesso di appurare che l’ente certificatore indicato non era tra quelli abilitati, circostanza che ha reso le certificazioni medesime illegittime e non utilizzabili per l’immissione dei prodotti sul mercato europeo.
Polizia locale: ritrovati anche oggetti atti ad offendere
Un altro aspetto particolarmente rilevante, tra quelli emersi dall’ispezione, è stato il ritrovamento di oggetti atti ad offendere all’interno dell’attività commerciale: l’elenco comprende coltelli, asce e repliche di armi da fuoco, prive delle segnalazioni di sicurezza obbligatorie per legge, come ad esempio il tappo rosso. Interpellato nel merito, il titolare del negozio ha dichiarato che quelli finiti sotto la lente d’ingrandimento erano effetti personali, ma suo malgrado non ha potuto fornire una giustificazione valida per la detenzione di questi oggetti pericolosi in un esercizio aperto al pubblico.