“ El dia del Canyengue”, il primo incontro a livello nazionale di questo ballo, che è alle origini del tango, si terrà, domani a Seregno, a partire dalle ore 15,30, a “L’Auditorium”. L’importante ed esclusivo evento è organizzato dall’associazione “Milonga de Baires” di cui è presidente Ferruccio Diotti, in collaborazione con Faitango e il consolato argentino. Il canyengue è il precursore del tango e vede il suo periodo d’oro nel cinquantennio a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento. La sua culla è il Rio de la Plata, quella vasta area fluviale fra l’Argentina e l’Uruguay. Si balla in modo burlesque e divertente e la sua caratteristica principale è la musicalità, l’arte di camminare restando fedeli allo spirito della musica. La sua origine nasce dalla fusione, avvenuta nel corso dei decenni, fra ritmi africani, musiche locali e altre di importazione europea ed il termine, che si ritiene di origine africana, significa “camminare cadenzato”. E’ l’essenza del tango, camminare abbracciati a tempo di musica. Alle 15.30, proiezione di un corto dedicato alla storia del canyengue, quindi “ma perché non ho chiamato Belfagor?”, uno spettacolo con musicisti e ballerini professionisti sulla storia del tango; dalle 17.30 alle 19, tutti in pista a passo di tango. Alcuni insegnanti saranno a disposizione per lezioni. I “musicalizador” e i “tangueros”, aiuteranno principianti ed appassionati ad abbandonarsi all’eleganza , alla sensualità e alla seduzione del tango; alle 19, al museo Vignoli, inaugurazione della mostra “storia del tango e tango sociale” e apertura della “gran milonga” per i tangueri.
Molte iniziative sono in atto per diffondere il tango argentino e la sua cultura. E’ noto che nel 2009 l’Unesco ha dichiarato il tango argentino patrimonio dell’umanità con la seguente motivazione: “ un bene culturale immateriale, che rappresenta e promuove la diversità culturale e il dialogo, rappresenta l’essenza di una comunità e pertanto merita di essere salvaguardato” Il Canyegue, che ne è l’origine, è ancora poco conosciusciuto in Italia e nel mondo, essendo andato perduto negli anni Trentta.