La Procura della Repubblica di Monza ha prorogato le indagini inerenti l’operazione di integrazione societaria tra Aeb ed A2A, l’argomento principale dibattuto nel mondo locale della politica ormai da un biennio.
La novità, che segue gli avvisi di garanzia per corruzione e turbativa d’asta notificati nel luglio dello scorso anno alla presidente di Aeb Loredana Bracchitta, a seguito di un’acquisizione di documenti, e due mesi più tardi al sindaco Alberto Rossi e all’assessore Pinuccio Borgonovo, che all’epoca deteneva la delega alle partecipate, poi trasferita al vicesindaco Roberto Marini, è stata confermata dal primo cittadino.
Proroga delle indagini, il sindaco conferma
«Ho ricevuto la comunicazione di proroga delle indagini –ha spiegato Rossi-. È una comunicazione per sua natura interlocutoria, che non modifica in nulla la situazione e non introduce elementi nuovi da commentare. Proseguo serenamente nel mio lavoro, fiducioso nell’operato della magistratura, e confermo la mia massima disponibilità a collaborare alle indagini».
Le contestazioni, come è noto, attengono alla mancata indizione di una procedura ad evidenza pubblica per l’individuazione del socio privato di Aeb ed hanno originato un lungo iter davanti alla magistratura amministrativa, con il Tar della Regione Lombardia ed il consiglio di Stato di Roma che hanno bocciato il percorso seguito. Il Comune di Seregno ha poi deciso il ricorso in Cassazione, mentre A2A ha preferito la strada della transazione con le società ricorrenti, risarcendole per l’impossibilità di partecipare alla gara che sarebbe stato necessario promuovere.
Proroga indagini su Aeb-A2A, parla Trezzi (Lega)
Sul fronte penale, da quel che si è appreso, l’approfondimento è scaturito da un doppio esposto di Tiziano Mariani, capogruppo di Noi per Seregno, tra i ricorrenti al Tar della Regione Lombardia, che ha portato in due occasioni la guardia di finanza negli uffici comunali ed in quelli di Aeb per acquisire documenti.
«La proroga -ha attaccato il capogruppo della Lega Edoardo Trezzi– fa pensare che effettivamente qualcosa da approfondire sia stato trovato, altrimenti tutto sarebbe stato archiviato. Nonostante ciò, come era già accaduto di fronte alla pietra tombale sul piano amministrativo messa dal consiglio di Stato, il sindaco Alberto Rossi e l’amministrazione continuano a far finta di niente, quando sarebbe preferibile un loro passo indietro. Certamente, se le accuse fossero accertate, il danno provocato da Rossi e dai suoi alla città sarebbe enorme».