«Siamo nelle mani della componente tecnica della macchina comunale, che non ha la sensibilità e la preparazione che servono per gestire il verde». È l’allarme lanciato da Antonello Dell’Orto, ingegnere ambientale, attivista del circolo locale di Legambiente, di cui è stato a lungo presidente, in passato consigliere comunale di “Per Seregno democratica”, aggregazione di centrosinistra. Il suo rilievo è figlio della capitozzatura (il taglio netto di fusto o rami maggiori di una pianta, ndr) cui sono stati sottoposti nei giorni scorsi i tigli di via Wagner, trafficata arteria sull’asse tra Meda e la Ss36.
Gestione del verde: delusione per la capitozzatura dei tigli in via Wagner
«Le osservazioni – spiega Dell’Orto– sono molteplici. La prima rimanda all’incoerenza tra quanto è stato realizzato e le dichiarazioni da parte dell’amministrazione comunale, soprattutto quelle al momento della presentazione del piano clima comunale. Ricordo bene che la professionista che se ne è occupata, Elena Granata, parlò della necessità di mantenere le chiome degli alberi nella loro conformazione naturale, tra le esigenze per combattere le isole di calore ed i cambiamenti climatici in atto. Purtroppo, abbiamo visto cosa accade, quando dalle parole si passa ai fatti». Ma non finisce qui: «Poi c’è un problema di ordine tecnico. Chi valuta questo tipo di interventi? Capisco che si possa arrivare ad abbattere una pianta, come è avvenuto in via Stoppani, quando c’è una relazione che certifica la sua instabilità. Ma in questo caso? L’intero filare di via Wagner, tra l’incrocio con le vie Stoppani e San Vitale e quello con la via Piave, si trova nel sedime del parco e le chiome dei tigli non presentavano rami pericolosi. Invece, tutti i tigli sono stati ridotti a candelabri e ci vorranno anni prima che recuperino un minimo di fogliame. È imbarazzante». Dell’Orto ha quindi ampliato il raggio del suo ragionamento: «Questa amministrazione ha un bilancio nel settore ambientale deludente: nella migliore delle ipotesi, possiamo dire che non ha prodotto risultati utili, nella peggiore che i risultati sono invece negativi. La priorità è sempre e solo la famigerata sicurezza, in nome della quale si arriva a ridurre gli alberi in condizioni tali che davvero non potrà più cadere nemmeno un fuscello. Sarebbe positivo conoscere nomi e cognomi di chi ha voluto intervenire in questo modo».
Gestione del verde: dito puntato contro l’intervento per Pedemontana al Meredo
La chiosa si concentra infine su una nuova infrastruttura alle porte: «Altro problema è la Pedemontana. So che il progetto all’interno del parco del Meredo è vecchio di 12 anni, ma in 12 anni le tecniche di intervento nei parchi sono cambiate. Chi ha autorizzato una massicciata di 30 o 40 centimetri di pietra e ghiaia, come quella che si sta realizzando? I funzionari che si occupano di questo settore devono fare altro, per evitare nuovi disastri sul territorio».