Sessant’anni di attività alle spalle e non sentirli. È l’immagine che ha rimandato nel fine settimana il gruppo degli alpini di Seregno, che con una due giorni molto intensa ha celebrato il suo prestigioso anniversario di fondazione. Il programma è stato introdotto sabato 13 aprile, quando nel pomeriggio è stato ufficialmente scoperto, nel giardino di largo degli alpini, il simbolo alpino, un’opera scultorea pensata da Giovanni ed Antonio Graziano e completata dall’artista Attilio Tono, ispirata dal motto “Tasi e tira”, che ben riassume lo spirito di impegno e generosità che anima tutti gli alpini. Qualche ora più tardi, in serata, il santuario di Santa Valeria ha invece ospitato il concerto “Canta che ti Passa!…”, che ha visto protagonisti il coro “Il Rifugio-Città di Seregno”, diretto da Fabio Triulzi, ed il coro “Congedati della Tridentina”, guidato da Roberto Frigerio.
Alpini: gli interventi delle autorità presenti
Domenica 14 aprile, di nuovo l’area verde di largo degli alpini ha accolto l’ammassamento dei tanti presenti ed i saluti ufficiali delle autorità, incuriosite come tutti dal passaggio di un piccolo aereo, che ha lasciato dietro di sé una scia tricolore. «Oggi ricordiamo il sessantesimo di fondazione -ha commentato il capogruppo Roberto Viganò-. Quanti avvenimenti grandi e piccoli abbiamo ripercorso nella storia del gruppo, partendo dalla memoria dei pionieri, che hanno seminato il corso. Grazie a tutti voi: viva gli alpini, viva l’Italia!». Subito dopo, il sindaco Alberto Rossi ha spiegato che «gli alpini di Seregno sono parte di una comunità, che ha voglia di fare le cose in grande, aiutando chi ha più bisogno. In un’epoca in cui è facile avere il muso lungo e brontolare, lo stile degli alpini è anche la capacità di donare simpatia. Il motto “Tasi e tira” ci racconta il modo più bello per costruire una rete». Il giro lo ha chiuso il presidente della sezione di Monza Roberto Viganò, omonimo del capogruppo seregnese, che ha richiamato alla memoria personalità come «Piero Redaelli, Giovanni Villa, Luigi Marca, Enrico e Roberto Viganò», invitando gli alpini locali «a continuare ad essere fieri di loro».
Alpini: previsto anche un corteo nel centro storico
Gli intervenuti si sono quindi messi in moto, accompagnati dalla fanfara della Vallecamonica, arrivata da Piancogno, ed hanno fatto tappa, dopo aver percorso piazza Roma e corso del popolo, nella basilica San Giuseppe. Qui monsignor Bruno Molinari ha officiato una santa Messa, sottolineando che «mi piace pensare che questo sia il cuore della festa. Spirito di sacrificio, generosità di azione, affetto e simpatia sono alcune delle caratteristiche degli alpini, tra cui ci sono figure proclamate sante». Sull’altare, nell’occasione, ha trovato posto non a caso una reliquia del beato don Carlo Gnocchi. La mattina è infine terminata con gli omaggi floreali al monumento ai caduti di piazza Vittorio Veneto ed al monumento agli alpini di piazza Libertà.