Seregno: aula del tribunale indisponibile, processo all’ex sindaco Mazza a novembre

Slitta ad autunno inoltrato il processo su presunto malaffare e corruzione in comune a Seregno. La prima udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura a carico dell’ex sindaco Edoardo Mazza e degli altri imputati, è stata fissata il prossimo 5 novembre. La causa di un termine così lungo, sembra essere dovuta alla mancata disponibilità di aule in grado di accogliere imputati e difensori prima di quella data.
L’ex sindaco di Seregno Edoardo Mazza con il suo avvocato davanti al tribunale di Monza
L’ex sindaco di Seregno Edoardo Mazza con il suo avvocato davanti al tribunale di Monza

Slitta ad autunno inoltrato il processo su presunto malaffare e corruzione in comune a Seregno. La prima udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura a carico dell’ex sindaco Edoardo Mazza e degli altri imputati, è stata fissata il prossimo 5 novembre. La causa di un termine così lungo, sembra essere dovuta alla mancata disponibilità di aule in grado di accogliere imputati e difensori prima di quella data. Il tribunale monzese, dopo il trasloco della procura, soffre infatti di carenza di spazi, per la mancanza dei fondi necessari a ristrutturare il vecchio palazzo di giustizia.

Già fissato comunque un primo calendario di 3 udienze, per il processo ‘Seregno 1’, nato dal primo filone investigativo sul malaffare in comune. Quello che, lo scorso autunno, ha portato agli arresti domiciliari l’allora sindaco di Forza Italia Edoardo Mazza, e al successivo scioglimento della giunta con conseguente commissariamento del comune. Proprio nei confronti dell’ex primo cittadino spuntano, oltre alle contestazioni già note di corruzione per i suoi rapporti con il costruttore in odore di ‘ndrangheta Antonino Lugarà, altre ipotesi di reato di abuso d’ufficio, in relazione alla nomina del segretario comunale Francesco Motolese.

Ma il nome che risalta di più è forse quello di Massimo Ponzoni, ex assessore regionale all’ambiente del Pdl, attualmente in carcere a Bollate per una condanna definitiva a cinque anni e 10 mesi per bancarotta e concussione, ora indagato per usura in concorso con Lugarà. Altri imputati, l’ex vicesindaco Giacinto Mariani (già sindaco nelle precedenti amministrazioni), l’ex consigliere comunale forzista (nonché prestanome di varie aziende di Lugarà) Stefano Gatti, l’ex assessore a protezione civile e servizi demografici Gianfranco Ciafrone, i funzionari comunali Carlo Santambrogio, Franco Greco, Antonella Cazorzi, Mauro Facchinetti, Biagio Milione, i dipendenti del tribunale Vincenzo Corso e Giuseppe Carello, e il 30enne di Cesano Maderno, originario della provincia di Reggio Calabria, Angelo Bombara, per un’altra ipotesi di usura.

Primo oggetto di contestazione è naturalmente la vicenda relativa all’area ex Dell’Orto, che ha portato all’emissione delle misure cautelari in autunno. Provvedimenti poi sconfessati dal tribunale del Riesame, che ha giudicato insufficienti i gravi indizi di colpevolezza, scarcerando Lugarà. Decisione che ha suscitato più di una perplessità nei corridoi del palazzo di giustizia monzese, ma che non ha influito sul successivo sviluppo dell’inchiesta condotta dalla procura brianzola.