Le commissioni dell’esame di Stato rischiano di essere senza presidenti. È una delle preoccupazioni che molti dirigenti hanno in questo momento, oltre all’applicazione delle rigide norme sanitarie che sono collegate all’attuale situazione. Il 17 giugno prenderanno il via gli esami di maturità ma sono ancora molte le incertezze. I dirigenti si stanno organizzando perché vengano rispettati il distanziamento sociale e le norme igieniche, il tutto senza dimenticare la preparazione dei maturandi.
Quest’anno niente prove scritte, solo orale in presenza della commissione composta da docenti interni e un presidente esterno.
«Per i docenti non abbiamo problemi, tutti hanno dato la loro disponibilità e le commissioni sono in via di definizione – spiega Guido Garlati, dirigente del Mosè Bianchi e vigilante per l’ambito 27 (Monza e Brianza) – ci sono ancora molti dubbi sui presidenti delle commissioni. A oggi su 150 posti sappiamo che solo 85 sono coperti nella nostra provincia, in Lombardia ne servono 1.700 solo 1.000 si sono resi disponibili. Se non si trova una soluzione non è possibile far fare l’esame agli studenti sino a quando non viene nominato un presidente. Il ministero deve trovare una soluzione».
Il 40 per cento di posti ancora vacanti è un dato importante e molto alto rispetto al passato. «Quando è stato deciso che, nonostante la pandemia, l’esame di maturità sarebbe stato in presenza – continua Garlati – si sarebbe dovuta immaginare questa situazione».