Era a Misinto una delle centrali di smistamento di componenti di auto rubate, in un capannone utilizzato per lo smontaggio dei veicoli e in cui sono ne sono stati recuperati decine già smontati e, alcuni, imballati per la spedizione e la commercializzazione dei pezzi. La polizia di Stato di Milano ci è arrivata seguendo il segnale di un Gps installato su un’auto rubata ed è intervenuta col supporto della polizia stradale brianzola: una indagine articolata, denominata “Operazione Dabol – iu”, partita da numerosi furti di veicoli dai parcheggi delle metropolitane milanesi.
Dopo servizi di pedinamento, localizzazioni telefoniche e analisi di impianti di videosorveglianza, gli agenti della Stradale hanno arrestato in flagranza di reato a Segrate due fratelli italiani – uno di 51 anni di Grezzago (appena fuori dalla provincia di Monza) e un 56enne di Carvico, in programma di Bergamo – sorpresi mentre stavano alterando la targa di un’auto rubata il giorno a Milano.
I furti erano commessi secondo un preciso copione: rottura di un finestrino, forzatura del blocchetto di accensione e sostituzione della centralina con un’altra predisposta.
Nelle abitazioni dei due fratelli i poliziotti hanno ritrovato e sequestrato un disturbatore di frequenze utile per inibire gli antifurti satellitari, svariate centraline, attrezzi da scasso e 1.500 euro in contanti, frutto della loro attività criminale. Inoltre sono stati sequestrati i capi d’abbigliamento che possono ricondurre ai due ai furti commessi il giorno stesso.
Nell’ambito della stessa indagine, monitorando una delle auto rubate da parte dei due fratelli, il 5 dicembre l’indagine è approdata in Brianza, a Misinto. Qui la scoperta del capannone utilizzato per lo smontaggio dei veicoli rubati e il fermo di tre cittadini stranieri per riciclaggio e ricettazione: due cittadini marocchini di 41 e 30 anni e un cittadino polacco di 62 anni.