Sanità: medici di base dipendenti statali? No (e dubbi) da Monza e Brianza

Preoccupazione anche in Brianza per la proposta del ministro della salute di far diventare i medici di base dipendenti del Servizio sanitario nazionale.
Medici di base
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Ha suscitato preoccupazione e sconcerto tra i medici di base la proposta ventilata dal ministro della salute, Orazio Schillaci, di prevedere il passaggio dei medici di famiglia, oggi liberi professionisti convenzionati, a dipendenti del Servizio sanitario nazionale per lavorare sul territorio nella Case di comunità.

Sanità: medici di base dipendenti statali? La posizione della Federazione dei medici di medicina generale

A dare voce alle preoccupazioni dei medici di medicina generale è Domenico Picone, vice segretario della sezione di Monza e Brianza della Federazione italiana dei medici di medicina generale.

«La modalità con la quale il governo intende far funzionare le Case di comunità è simile alla gestione dei centri di accoglienza per migranti. Dato che le Case di comunità sono sprovviste di personale, si pensa che il problema si possa risolvere trasformando i medici in poliziotti a cinque stelle. Tutti sanno che oggi i medici di famiglia lavorano ben oltre le otto ore previste dall’ipotetico decreto ministeriale, e i pazienti servirebbero a legittimare la presenza di quegli edifici vuoti e inutilizzati. Pazienti che, recandosi nelle Case di comunità, non troveranno mai lo stesso medico con il quale hanno costruito un profondo rapporto di fiducia».

Sanità: medici di base dipendenti statali? I timori dell’ordine brianzolo

La possibile perdita del rapporto di fiducia ed esclusivo che si ha oggi con il medico di base preoccupa anche Carlo Maria Teruzzi, presidente provinciale dell’Ordine dei medici. «La perdita della relazione con il paziente è una perdita in salute perché, come attestano numerosi studi internazionali, una delle caratteristiche principali che rende unica la medicina del territorio è la continuità di cura che permette al medico di conoscere a fondo il suo assistito e le sue problematiche, e questo si perderebbe con il passaggio dei medici di base a dipendenti del Sistema sanitario nazionale. Non parliamo solo di conoscenze relative allo stato di salute fisico, ma di ambiente, di vissuto. Il paziente è un soggetto inserito in un contesto sociale che va sempre considerato. L’obiettivo del medico è curare il cittadino, non far funzionare le Case della comunità».