Sanità a Monza e Brianza, i sindacati: mancano troppi medici e infermieri

Cgil e Cisl analizzano il quadro del sistema in provincia: i buchi sul territorio, le Case di comunità ancora indietro. "E chi non può pagare non si cura".
Medici di base
Medici

Il medico di medicina generale, una figura tanto amata dai pazienti ma sempre meno ambita dai dottori. Lo sa bene Enrico Valle, segretario generale Cisl Medici Monza Brianza Lecco, anch’egli medico di base. «I bandi per il reclutamento di nuove figure ci sono ma il numero dei frequentanti non è sufficiente a colmare le carenze» esordisce Valle. «E poi capita che alcuni dottori dopo aver svolto per qualche tempo il medico di base decidano di dedicarsi ad altre specializzazioni e intraprendere una carriera diversa».

Il numero eccessivo di pazienti (i massimali sono stati portati a 1800), la burocrazia eccessiva, il contratto ancora da rinnovare sono tra le problematiche più evidenti. «Nell’epoca della tecnologia -riprende Valle – il carico burocratico è aumentato notevolmente. Faccio un esempio: spesso capita di dover riscrivere più volte una ricetta, perdendo tempo e creando disagi al paziente, perché manca un’uniformità di linguaggio per comunicare soprattutto con le strutture private convenzionate. Talvolta, manca anche una collaborazione con il medico specialista per l’emissione delle impegnative. Può succedere che lo specialista non compili alcuna ricetta per il paziente appena visitato o ascriva al medico di medicina generale tutte le prestazioni, magari anche quelle sulle quali non è d’accordo. A questo punto per evitare discussioni con il paziente il medico di base si vede costretto a emettere la prescrizione».

Sanità a Monza e Brianza, i sindacati: le Case di comunità sono indietro

E poi c’è il problema delle Case di comunità che non sono ancora decollate. «Va benissimo il concetto di servizi di prossimità, di integrazioni con il sociale. Ma tutto ciò deve avere una copertura finanziaria adeguata, altrimenti tutto resta un mero desiderio. Le Case di comunità, oltre ad accogliere medici specialisti, potrebbero essere destinate anche ai medici di medicina generale per allestire i loro ambulatori.» Ad oggi, però, come evidenzia il segretario, «siamo ancora indietro. Anche quelle già avviate non comprendono la totalità dei servizi indicati sulla carta».

Sanità a Monza e Brianza, i sindacati: i buchi negli ospedali pubblici

Si concentra sull’analisi dei dati Tania Goldonetto, segretaria generale funzione pubblica Cgil Monza e Brianza. Sulla base di monitoraggi effettuati dal sindacato sul territorio dell’Asst Brianza mancano almeno duecento infermieri, settanta Oss e cinquanta medici mentre all’interno dell’Irccs San Gerardo dei Tintori si osservano la mancanza di centocinquanta infermieri, una sessantina di Oss e trenta, trentacinque medici delle diverse specialità. «I concorsi sono stati fatti -afferma Goldonetto- ma purtroppo o sono stati disattesi oppure il personale ha preferito per diverse ragioni, anche economiche, rivolgersi al privato». Le carenze si faranno maggiormente sentire alla luce della delibera regionale che prevede la re-internalizzazione nel pubblico di servizi core che erano stati appaltati a privati.

Sanità a Monza e Brianza, i sindacati: chi non può pagare non si cura

Tra questi ci sono servizi di psichiatria che richiedono oltre a medici ed infermieri anche educatori. «Se già manca il personale come si farà a venire incontro alle nuove esigenze?» si chiedono dal sindacato. Anche per i medici di base la situazione è tutt’altro che confortante. «Nella nostra regione -afferma Goldonetto- ci sono medici che hanno addirittura duemila pazienti. Un numero sproporzionato che sta portando al collasso il servizio per i cittadini che si fonda non solo sulla medicina ma anche sul rapporto di fiducia tra medico e paziente. Chi non può rivolgersi al privato rinuncia a curarsi».