Una classica “esplorazione” di una fabbrica dismessa di Paderno Dugnano che si è trasformata in un incubo, per 3 minorenni del Villaggio Ambrosiano. Un incubo per fortuna conclusosi con un lieto fine, quello vissuto da un 14enne e due amici, che nella serata di mercoledì 17 settembre si erano introdotti nei capannoni di una delle numerose fabbriche dismesse di questa zona di Paderno Dugnano al confine con Cormano. Una volta introdottisi all’interno, i tre ragazzini sono stati fronteggiati da una coppia di disperati, senza fissa dimora, che sotto la minaccia di coltello e spray urticante li hanno bloccati e si sono fatti consegnare il denaro che era nelle loro disponibilità, circa 25 euro.
Paderno, la disavventura dei ragazzini nella fabbrica dismessa del quartiere Ambrosiano
Ma probabilmente i balordi non avevano calcolato che uno dei tre potesse divincolarsi e scappare, come effettivamente è avvenuto. Uscito all’esterno, il 14enne di nazionalità italiana ha dato l’allarme. I carabinieri giunti rapidamente sul posto con il supporto di più pattuglie d’appoggio, hanno intercettato gli assalitori riuscendo a fermane uno. Si tratta di un balordo frequentatore dell’area dismessa, di nazionalità egiziana di 24 anni, già noto alle forze dell’ordine, che è stato condotto in carcere e, davanti al giudice dovrà rispondere di rapina aggravata in concorso con altri.
Paderno, ragazzini affrontati con un coltello hanno dovuto consegnare i soldi
Il suo complice sodale è riuscito a fuggire, ma i carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Sesto San Giovanni conoscendo perfettamente la zona dove sono avvenuti i fatti, sono riusciti a bloccare uno degli assalitori, inibendogli qualsiasi via di fuga. Probabilmente il balordo mai avrebbe pensato che uno dei minori, terrorizzato da quanto avvenuto, potesse anche solo pensare di chiamare il 112. E invece, dopo la corsa a perdifiato fuori dai capannoni abbandonati, il 14enne ha avuto la prontezza e il sangue freddo di non abbandonare al proprio destino gli altri due, dando appunto l’allarme. Consentendo così ai militari di avere tutto il tempo utile per circondare le vie di fuga dal sito dismesso e fermare uno degli aggressori.