Presunto riciclaggio con fatture false per 50 milioni: “L’epicentro è un’azienda brianzola”

Perquisizioni della Guardia di finanza del comando provinciale di Milano in varie regioni, coinvolte nella presunta frode 9 persone fisiche e 18 società
Un frame del video delle perquisizoini diffuso dalla Guardia di Finanza Guardia di Finanza

Ci sarebbe una “società brianzola operante nel settore dell’imballaggio e confezionamento” al centro di una “fitta rete di soggetti economici” della logistica, trasporti, servizi di pulizia e sicurezza oggetto di “accertamenti investigativi” svolti dai finanzieri del Comando Provinciale Milano, su delega della Procura della Repubblica di Monza. Oltre novanta Fiamme Gialle, con il supporto di unità cinofile cash dog specializzate nella ricerca di banconote, hanno in particolare dato esecuzione ad un decreto di perquisizione emesso “nei confronti di numerose persone fisiche e società ubicate in Lombardia, Liguria, Puglia e Calabria” specificano ancora dal Comando.

L’indagine della Finanza: perquisizioni in varie regioni, 9 persone e 18 società coinvolte

L’indagine operata dalle Fiamme gialle del Gruppo di Sesto San Giovanni avrebbe consentito di svelare: “un’insidiosa organizzazione dedita al riciclaggio di proventi illeciti, derivanti da un’articolata frode fiscale nel settore dei servizi alle imprese”. Attualmente sarebbero coinvolte, a vario titolo, “9 persone fisiche nonché 18 società attraverso cui venivano illecitamente veicolati i flussi di denaro”. Sequestrata “rilevante documentazione contabile, extracontabile ed informatica”.

L’indagine della Finanza: “Effettuata somministrazione illecita di manodopera”

La società brianzola si sarebbe rivelata “epicentro di una fitta rete di numerosi altri soggetti economici” che “basandosi sull’emissione di fatture false per 50 milioni di euro e mancato versamento di contributi previdenziali” sarebbero riusciti a fornire ai clienti finali “mano d’opera a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato, effettuando di fatto una “somministrazione illecita di manodopera” basata su contratti di appalto “non genuini”” dicono le Fiamme gialle.

Le investigazioni avrebbero anche consentito di rilevare che i proventi delle presunte attività illecite sarebbero stati riciclati “attraverso il trasferimento di somme su conti correnti intestati a soggetti compiacenti”, che venivano poi prelevate in contanti e “retrocesse agli artefici della frode”.