Petizione per salvare il “pratone” di Lissone dai palazzi, il sindaco Monguzzi: «Firmo ma non posso fare nulla»

«Il sindaco o la giunta non hanno il potere per annullare una decisione presa dal consiglio comunale, seppur assunta nel 2011. Il Comune di Lissone sconta scelte del passato» dice il primo cittadino con rammarico.
Il “pratone” di Lissone
Il “pratone” di Lissone Elisabetta Pioltelli

«Nelle scorse ore ci siamo confrontati con le promotrici della petizione on-line che ci sentiamo di sottoscrivere nell’intento, ma il sindaco o la giunta non hanno il potere per annullare una decisione presa dal consiglio comunale, seppur assunta nel 2011. Il Comune di Lissone sconta scelte del passato. Nell’area, rimangono ancora alcune migliaia di metri cubi di volumetria a disposizione degli operatori, un diritto inalienabile che scadrà nel 2024. È questa la dimostrazione di come la pianificazione territoriale abbia un riflesso nel medio e nel lungo periodo e possa comportare degli impatti sul territorio anche in momenti molto successivi a quelli dell’approvazione. La responsabilità di quelle scelte appartiene a chi ha governato questa città prima del 2012».

Il sindaco di Lissone, Concettina Monguzzi, interviene rispetto ad un tema finito al centro di una petizione on-line: il futuro del “pratone” di Lissone, ovvero l’area verde di via Bernasconi che rientra nell’ambito del Piano integrato d’intervento numero 15 che concede volumetria anche in zona RU3, dove con decisione del consiglio comunale del 29 settembre 2011 è stato approvato un Piano che consente entro il 2024 all’operatore di costruire ulteriori metri cubi di volume. «Attualmente è stata presentata una richiesta di permesso di costruire per un edificio di 5 piani per una volumetria di 4.566 metri cubi» precisano il sindaco e l’assessore alla Pianificazione territoriale, Antonio Erba, in una nota a margine delle notizie circa l’evolversi della situazione maturata- ribadiscono – da una decisione presa prima dell’avvento della giunta Monguzzi.

«A seguito dell’approvazione del Piano integrato d’intervento 15 (stazione) da parte del consiglio comunale da cui originano le domande di permesso di costruire fra cui quelle di via Don Bernasconi, via Nobel e via Donatello oltre all’intervento edilizio principale di via Guidoni, la giunta comunale nel 2011 aveva inoltre sottoscritto una convenzione riconoscendo al privato i diritti edificatori, contratto che è di fatto vincolante per tutte le amministrazioni che si succedono e che pertanto impedisce all’attuale giunta ogni margine di manovra» affermano «al proposito, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Monguzzi nel 2013 aveva preso la decisione di annullare il piano dichiarandolo decaduto, ma il Tar regionale aveva invece accolto il ricorso dell’operatore annullando la delibera che cancellava il piano».