Pedemontana, l’europarlamentare Evi: «Così voglio fermare l’autostrada»

Ci sta provando, in tutti in modi: l’europarlamentare Eleonora Evi (Verdi) ha messo nel mirino l’autostrada Pedemontana. E sta cercando di stopparla.
Vimercate Eleonora Evi
Vimercate Eleonora Evi

Eleonora Evi dice no al completamento di Pedemontana. L’europarlamentare di Europa verde ha concesso al Cittadino una lunga intervista per parlare dell’infrastruttura brianzola sempre al centro della discussione politica.

Evi cosa pensa di Pedemontana?
«Sono fortemente contraria a quest’opera che ritengo sbagliata, anacronistica, progettata in tempi diversi e che va a impattare un’area come quella brianzola tra le più inquinate e cementificate d’Europa senza tenere in debita considerazione anche il rispetto ambientale che per un intervento infrastrutturale del genere viene fortemente messo a rischio. Ricordiamoci che la Brianza ha già sofferto del disastro del 1976 della Icmesa di Meda e non merita altro inquinamento».

Nell’ultimo periodo lei è tra gli europarlamentari più attivi sul tema Pedemontana: può raccontarci come si sta muovendo?
«In questi mesi ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea, ho accolto le tante istanze raccolte dai diversi sindaci che ho incontrato un paio di mesi fa in una conferenza (in Villa Borromeo ad Arcore, nda) e a marzo discuterò di una petizione presentata dai cittadini brianzoli sempre a Bruxelles. Il mio intento è bloccare il completamento di quest’opera».

E se non dovesse riuscirci?
«Ammetto che le istituzioni lombarde su questo progetto sono sorde e procedono per la loro strada al fine di concludere l’infrastruttura. Auspico almeno che qualora Pedemontana non venisse fermata, almeno si possano mettere in campo degli accorgimenti per diminuire l’impatto ambientale. Ad esempio le proposte dell’urbanista Arturo Lanzani di ridurre da tre a due corsie il sedime stradale e sistemare sui lati del tracciato dei filari di piante possono essere sicuramente delle buone soluzioni».

Un ruolo determinante in questa fase lo sta giocando la Bei (Banca Europea per gli Investimenti) tra i maggiori finanziatori dell’opera. Qual è il suo pensiero su questo istituto di credito che potrebbe concedere le risorse necessarie per completare l’autostrada?
«Proprio nei giorni scorsi ho ricevuto, in seguito a un mio sollecito, una risposta abbastanza interlocutoria da parte della Bei, in cui l’ente spiegava che sta effettuando delle verifiche sul progetto di Pedemontana, essendo il principale finanziatore. Si tratta di 550 milioni di euro che spero la Bei non investa per questa autostrada, ma magari per una mobilità più sostenibile».

Dall’Europa arrivano e arriveranno molti finanziamenti grazie al Recovery Fund: in Italia secondo lei come dovrebbero essere investiti per la mobilità sul territorio brianzolo?
«È chiaro che bisogna concentrarsi su una mobilità sostenibile con una particolare attenzione al trasporto pubblico dei pendolari. Al momento ho sentito parlare solo di alta velocità, credo invece sia importante investire soprattutto sulla sostituzione dei vecchi pullman con quelli elettrici, destinare molte più risorse per il trasporto su ferro e mettere in campo tutti quegli accorgimenti che possono aiutare i lavoratori a spostarsi da un punto all’altro del territorio brianzolo. Questa potrebbe essere la soluzione giusta per il territorio di Monza e Brianza non certo Pedemontana».