Parco di Monza e Villa reale: ecco il piano per i bar e i ristoranti

Il consiglio di gestione alla vigilia della scadenza dei contratti ha prorogato tutte le concessioni e ha programmato il futuro dei servizi.
Pasquetta 2023 a Monza riapertura bar Villa reale
Pasquetta 2023 a Monza riapertura bar Villa reale Fabrizio Radaelli

Sono quasi tutte scadute o in scadenza le concessioni di bar e ristoranti alla Reggia di Monza. E in un caso, peraltro, nemmeno pensabili: Cascina del Sole, il luogo forse più amato dalle famiglie, la cui ristrutturazione sembra di là da venire. E allora un piano, quello approvato a fine dicembre dal consiglio di gestione, per pianificare il futuro, con allegate proroghe di tutte le concessione che in effetti sono ormai scadute – scadevano il 31 dicembre, la decisione è arrivata il 29.

Parco di Monza e Villa reale: proroghe a bar e ristoranti

Intanto: bisogna attivare tutti i servizi presenti, dice il consiglio di gestione, cioè Villa reale, Torretta, Padiglione Cavriga, Cascina del Sole, Chiosco La Montagnetta, La Fagianaia, Isolino, Chiosco Villasanta, “fermo quanto già previsto circa la Cascina Frutteto” (dove è in corso la progettazione della rimozione dell’amianto). Intanto: il Consorzio si immagina di attrezzare le strutture – ed era già stato annunciato – per procedere con “concessione di servizi” e non di “concessioni di beni”. Poi i servizi andranno affidati distintamente, non cercando un unico operatore per tutti, sotto la regia della Reggia, anche adottando una immagine coordinata per tutte le attività – che a quanto pare è in fase di definizione, ma in realtà era già stata preparata sotto la direzione di Piero Addis.

Il consiglio vuole che siano progettate “caratteristiche e tipologie specifiche di offerta per i servizi di caffetteria e di ristorazione di ciascuno dei plessi” così da evitare “sovrapposizioni” e creare “un’identità unitaria nell’offerta di somministrazione di cibo e bevande all’interno del complesso monumentale” della Villa reale e del Parco di Monza. La Reggia valuta di chiedere un canone ai gestori in percentuale sui ricavi, con un minimo garantito sul 75% dei ricavati stimati, ma apre alla possibilità di formule di partenariato pubblico-privato “nei casi in cui sia prevista l’esecuzione di interventi di valore cospicuo sugli immobili ospitanti i servizi di caffetteria e di ristorazione”, opzione che sembra sia stata avanzata dalla società Ilgedi che gestisce la Fagianaia, cioè il Saint Georges Premier.  

Parco di Monza e Villa reale: la proposta del Saint Georges

Il consiglio ha dato mandato di prorogare le concessioni scadute il 31 dicembre 2023, come quella per il chiosco La Montagnetta, per il ristorante dell’Isolino, lato Villasanta, Cascina Frutteto affidata alla Scuola Agraria e la stessa Fagianaia. Si va quindi alla fine di giugno con i servizi esistenti anche se scaduti, Frutteto inclusa, mentre per il Saint Georges si passa direttamente a fine settembre: entro quel termine la direzione del Consorzio (e il cambio alla guida, per questo caso e per gli altri, potrebbe essere un limbo che costerà ulteriore tempo) dovrà verificare se “la proposta di valorizzazione e manutenzione straordinaria de La Fagianaia ad uso servizi di ristorazione e centro di formazione permanente presentata dalla Impresa Lombarda Gestioni Dirette risponda all’interesse pubblico e, in ogni caso, se sia conveniente e fattibile affidare la gestione dei servizi di caffetteria e di ristorazione mediante un partenariato pubblico-privato”.

Parco di Monza e Villa reale: bar e ristoranti, ma non etnici

Ma quindi, cosa ci sarà nel Parco e in Villa? Per i consiglieri di gestione alla Montagnetta di Vedano ci dovranno essere “caffè, bar e quick service”, cioè ristorazione rapida (panini, per esempio), alI’Isolino, oggi Osteria Al Dosso, cucina tradizionale regionale “con esclusione della cucina etnica”, alla Fagianaia “ristorazione di medio alto livello”, alla Torretta nei giardini reali gelateria e caffetteria, in Villa reale “ristorazione a carattere regionale di medio livello con esclusione della cucina etnica”, che dal punto di vista della caffetteria potrebbe partire da qualche operazione semplice: dal momento che non è previsto il servizio ai tavoli, mettere qualche sedia in più e qualche tavolino in più, possibilmente dello stesso tipo, senza offrire come accade ora lo spettacolo (triste) di tavolini spaiati, sedie di qualsiasi tipo, buchi inspiegabili negli spazi a disposizione, lotta per accaparrarsi una qualsiasi seduta estemporanea. Ci sono anche tavoli e sedie da giardino di un noto produttore di mobili svedesi – che non sono un male, ma di certo fuori contesto.