Ospedale San Gerardo, premiato lo studio che dà l’alternativa alla biopsia nelle malattie rare del fegato

Uno studio sul fegato coordinato dall’ospedale san Gerardo di Monza è stato pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica americana. Al centro l’utilità del fibroscan nella diagnosi dei malati di colangite biliare primitiva.
Monza ospedale san gerardo
Monza ospedale san gerardo Fabrizio Radaelli

Uno studio sul fegato coordinato dall’ospedale san Gerardo di Monza è stato pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica americana e il suo referente, il dottor Marco Carbone, è stato premiato dalla United European Gastroenterology. Al centro dello studio c’è la colangite biliare primitiva, una malattia rara del fegato.

I ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e del Centro delle Malattie Autoimmuni del Fegato dell’Ospedale San Gerardo di Monza hanno validato nella diagnosi dei malati l’utilità del fibroscan, una tecnica di diagnostica per immagini che ricorda un po’ l’ecografia, utile a quantificare la fibrosi epatica senza dover ricorrere alla biopsia epatica, una procedura invasiva.
La fibrosi epatica è la cicatrizzazione del fegato che consegue a malattie come le epatiti virali e ad altre malattie croniche del fegato. La progressione della fibrosi nel tempo porta ad eventi clinici ben più gravi per cui è necessario individuarla e valutarla al più presto per la corretta gestione del paziente.

Il Centro Maf di Monza e Milano Bicocca, è uno dei pochi in Italia coinvolto nel network europeo “ERN RARE LIVER” fin dalla sua creazione nel 2017 e da anni si adopera per comprendere e migliorare la gestione delle malattie epatiche rare.

“Lo studio da noi coordinato e portato avanti in sette centri italiani, appena pubblicato dalla più prestigiosa rivista scientifica epatologica americana Hepatology – afferma il professor Pietro Invernizzi, gastroenterologo dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e responsabile della Unità operativa di Gastroenterologia – ha validato l’utilizzo del fibroscan nel definire la gravità della malattia epatica al momento della diagnosi nei pazienti affetti da questa malattia rara delle vie biliari”.

Spiega il dottor Marco Carbone, dirigente medico e responsabile dello studio, ricercatore di Gastroenterologia, che ha ricevuto il premio dalla United European gastroenterology: “Questo studio offre uno strumento per conoscere meglio i soggetti affetti dalla colangite biliare primitiva fin dalla prima visita, in modo tale da poter evitare una procedura invasiva come la biopsia epatica in due terzi dei pazienti senza tuttavia rinunciare ad una precisa definizione della malattia”.

Soddisfazione anche da parte di Davide Salvioni, presidente di AMAF Monza Onlus (Associazione malattie autoimmuni del fegato) che segue con attenzione il Centro Maf e la sua equipe di medici.

“Questo nuovo studio, che valida l’uso del fibroscan come strumento di grande efficacia per la diagnosi e la stadiazione della patologia – precisa Salvioni – apre nuovi e importanti scenari per i pazienti affetti da colangite biliare primitiva per i quali la biopsia epatica, per la sua invasività, è stata sempre considerata come un passaggio non piacevole nel percorso di diagnosi e di monitoraggio”.
Un plauso anche dal direttore generale della ASST Monza Mario Alparone: “Lo studio dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Ospedale San Gerardo è un passo avanti nella gestione dei soggetti affetti da questa malattia rara tanto da ricevere un riconoscimento internazionale che porta ancora una volta il nome dell’Ospedale San Gerardo alla ribalta nel panorama della ricerca”.