Atti vandalici a Nova Milanese alle “casette” di Natale allestite da quattro associazioni e posizionate nel piazzale antistante la Casa delle arti e dei mestieri di via Roma. Una porta scardinata, allestimenti e decorazioni strappate. Sembra quasi un appuntamento fisso per Nova Milanese, nel periodo delle festività c’è sempre qualcuno annoiato che riversa la sua pochezza sui beni comuni, l’anno scorso era toccato all’edicola votiva di via Alberti, imbrattata con escrementi, quest’anno le casette già negli scorsi anni oggetto di gesti vandalici o furti. Un tempo più numerose, quest’anno ridotte a quattro sono state posizionate non più nella centralissima piazza Marconi, ma a pochi metri di distanza, in via Roma.
Nova Milanese: le casette di Natale delle associazioni
Ad allestire le casette di legno quest’anno si erano offerte la Croce rossa, l’associazione teatrale Le Storte, l’associazione Fenice d’oro che gestisce la scuola ospitata al Centro parrocchiale don Grassi e Giovanni Corati collezionista e cultore di attrezzi da lavoro del passato. L’unica a salvarsi è stata la casetta allestita da Corati perché chiusa, le altre sono state tutte travolte dalla “furia ubriaca” di tre ragazzotti. Non erano adolescenti irrequieti ma,stando alla testimonianza dei vicini di casa che hanno assistito alla scena consumata la sera di Santo Stefano, erano in tre uomini, di età compresa tra i venti e i trenta anni, visibilmente e “sonoramente” in stato di ebbrezza.
Nova Milanese: il racconto della testimone
«Erano ubriachi, si buttavano all’interno delle casette, davano calci, ridevano e gridavano». Così descrive lo spettacolo indecoroso a cui si è trovata ad assistere, suo malgrado, una cittadina novese che abita in zona. Erano circa le 23, sono stati chiamati i carabinieri che sono intervenuti e hanno interrotto la furia distruttiva. Ma il danno, purtroppo, era stato fatto.
«Siamo state avvisate nella giornata di venerdì – ha raccontato Elisa portavoce de “Le Storte Aps” – spiace davvero, il nostro allestimento era stato pensato e progettato con cura: era una “s-casetta” al contrario che voleva invitare a guardare il mondo da una prospettiva diversa, magari al contrario, per abbattere i pregiudizi. Abbiamo impiegato dieci ore per allestirla. Non sappiamo cosa faremo: un messaggio dobbiamo lasciarlo». «Non ho parole» ha commentato amareggiato il presidente della Croce rossa Alberto Marini. Ancora più amaro il commento di Paolo Vismara, membro del direttivo della Fenice d’oro. «Purtroppo, quando mi hanno avvisato dei danni, non ero sorpreso, davanti alla scuola in via Giussani dobbiamo lottare ogni giorno contro la maleducazione». Cambia l’età. Forse. Non la pochezza.