Due anziani raggirati e derubati. Una storia che, in alcuni dettagli sembra talmente tanto assurda, che si fa fatica a credere. Eppure è successo veramente. Vittime due anziani coniugi, lui 90 anni, lei 84 che abitano in una casa bifamiliare di via Fiume vicino alla scuola primaria di via Fiume. Nella mattinata di giovedì scorso, 13 febbraio, suonano al citofono due uomini, entrambi sulla quarantina.
Uno con un giubbino scuro, alto circa un metro e settanta, accento del nord Italia, si presenta come addetto dell’acquedotto incaricato di fare delle indagini sull’acqua per verificare se non è stata inquinata. Con lui un altro uomo, sempre sulla quarantina, con la divisa apparentemente dei carabinieri, capelli scuri, alto 1,70-75 e dall’accento meridionale anche se non ben identificabile perché sbiascicava, le parole forse proprio per evitare di farsi comprendere. Il finto incaricato dell’acquedotto, secondo il racconto, della cognata e vicina di casa dei due anziani, avrebbe chiesto di vedere prima il pozzetto dell’acqua e poi di poter aprire i rubinetti dell’acqua.
L’uomo, allora, ha accompagnato il truffatore in garage, ha aperto il rubinetto ma improvvisamente i due anziani che si trovavano vicino, sentono un gran bruciore in gola e agli occhi mentre un marchingegno si illumina di rosso quasi ad indicare la non salubrità dell’aria. Forse in quel frangente è stato utilizzato uno spray urticante che ha mandato anche in confusione il proprietario dell’abitazione. L’azione a questo punto si sposta all’interno dell’abitazione, chiedono di visitare il primo piano anche se non più abitato, poi si spostano al secondo, l’addetto controlla tutti i rubinetti, quindi chiede all’uomo di recuperare tutto l’oro e il denaro e di metterlo in frigo.
Una richiesta assurda, che fa sorridere a leggerla, al momento l’uomo era in confusione e non ha colto la stranezza, così ha fatto come gli veniva detto. Nel frattempo è ricomparso il carabiniere che ha intrattenuto l’uomo mentre l’addetto dell’acquedotto ha finto di dover andare ad avvisare altre persone, naturalmente è passato dal frigo dove era stata ammassata tutta la refurtiva e si è dileguato. Il tempo di raccontare l’accaduto alla cognata che quest’ultima ha allertato prontamente i carabinieri che aveva già chiamato per chiedere se avevano inviato qualcuno a controllare l’acqua.
«Spiace molto per quanto accaduto – ha sottolineato la vicina di casa – e l’uomo non si dava pace perché non se n’era accorto per tempo. Sicuramente devono aver usato qualche sostanza che lo ha mandato in confusione. La prima tutela da questi truffatori sempre pi ù fantasiosi e ingegnosi, è di non aprire a nessuno se non si è stati avvisati preventivamente». Certo è che le vittime designate devono essere state osservate e il piano progettato a tavolino in ogni dettaglio.