’Ndrangheta in Brianza, sgominata la cosca che gestiva armi e traffico di cocaina

Aveva base in due bar di Seregno la cosca sgominata dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano che lunedì mattina all’alba hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed eseguito 22 perquisizioni domiciliari. Gestivano un vasto spaccio di droga.
Intercettazione dei carabinieri nell’operazione Disco Italia
Intercettazione dei carabinieri nell’operazione Disco Italia Paola Farina

Aveva base in due bar di Seregno, “Slot Mania”, in via Cardinal Borromeo a San Carlo e Caffè del Corso di corso del Popolo, la cosca sgominata dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano che lunedì mattina all’alba hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed eseguito 22 perquisizioni domiciliari.
Associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, lesioni personali aggravate, porto e detenzione di armi da sparo e munizioni i reati contestati a vario titolo.


LEGGI ’Ndrangheta in Brianza: i nomi degli arrestati


LEGGI ’Ndrangheta, arresti e perquisizioni anche in Brianza


LEGGI Operazione contro la ’ndrangheta in Brianza: la soddisfazione delle istituzioni

La maggior parte degli arrestati sono parenti del boss Rocco Cristello, freddato a Verano Brianza nel 2008: in carcere sono finiti la sorella Domenica, il cognato Stefano Zibra e i nipoti Matteo Zibra ed Emanuele e Simone Cristello. Il capo dell’organizzazione era Valeriano Siragusa, cugino di Rocco.
Secondo le indagini, il clan gestiva un vasto giro di stupefacenti. La droga, cocaina, arrivava dall’Olanda ed era fornita e gestita da Generoso Capasso, anche lui arrestato. Secondo gli investigatori, il gruppo forniva ogni 15 giorni un chilo di cocaina. Lo spaccio avveniva tra Seregno e Desio.

1021550

Tantissimi gli episodi finiti sotto la lente degli investigatori che si sono avvalsi di intercettazioni ambientali e telefoniche. Le indagini sono partite da un atto intimidatorio avvenuto nell’aprile 2014 nei confronti di un socio della discoteca “Disco Italia” di Cesano Maderno (da cui il nome dell’operazione): la sua auto fu raggiunta da 7 colpi di arma da fuoco. Secondo gli investigatori, era un modo per chiarire che la cosca voleva acquisire il controllo e la gestione del locale.

In un altro caso, gli indagati ferirono un’altra persona nel luglio 2014. In entrambi i casi le vittime non avevano sporto denuncia. I due locali di Seregno, base dello spaccio, all’epoca delle indagini erano di proprietà e gestiti da due indagati. La cosca faceva riferimento anche all’abitazione dei parenti di Rocco, a Mariano Comense, dove erano custodite armi e stupefacente.