Un bambino di 9 anni di Bari trovato impiccato dopo aver navigato in internet, su Tik Tok, una tragedia che ricorda quella di Igor Maj, il 14enne che il 6 settembre del 2018 morì nella propria camera, soffocato da una corda legata al letto a castello. Aveva guardato su YouTube il video «5 sfide pericolosissime che i ragazzi fanno per Internet». Una prevedeva l’autostrangolamento.
Come in quello di Bari, il caso portò a una inchiesta per una presunta istigazione al suicidio da parte del gestore del canale su YouTube. Ma nel caso del 14enne, che bazzicò in Brianza, ad Agrate, dove si allenava in arrampicata in una palestra del paese, la Procura di Milano tre mesi fa ha chiesto l’archiviazione.
In questi giorni – come riporta il Corsera – sono state depositate le motivazioni. Nel caso di Igor, secondo la Procura, «non si può dire che una volontà suicidiaria sia mai appartenuta al minore, né tantomeno che egli abbia attuato un’azione volta a concretizzarla», dovendo dare atto quindi della «insussistenza di violazioni di norme di cautela, da parte dell’indagato, direttamente riconducibili al tragico epilogo». Si tratterebbe quindi di una emulazione finita male senza però la volontà di arrivare a quell’esito.
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Il gestore del canale non avrebbe quindi fatto nascere, agevolato o rafforzato l’idea del suicidio nei potenziali destinatari del video, che tra l’altro, in meno di due anni, prima di essere oscurato, aveva ottenuto quasi 900mila visualizzazioni.
Per la Procura, tuttavia, restano da considerare da un lato l’«adeguatezza delle procedure aziendali adottate dalla società Youtube Llc» e dall’altro «le regole della community» e la tragedia di Igor, potrebbe rappresentare: «un momento di riflessione e confronto, anche de iure condendo» , cioè di modifica delle leggi che regolano il mondo web.