Con le scorte rimaste si arriverà probabilmente alla fine del weekend. Difficile fare previsioni su quello che potrà succedere a partire da settimana prossima, se ancora non dovessero essere consegnate le forniture promesse ormai diverse settimane fa dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.
Lo riferisce Vito Potenza, presidente di Farma.Co.M. spa, la società al 95% del Comune di Monza e per il 5% in capo ai farmacisti titolari. «Nelle ultime settimane ne abbiamo vendute circa 10mila al giorno – spiega – vale a dire mille per ognuna delle dieci farmacie presenti in città. Rispetto ad altre realtà, siamo sempre rimasti un’isola felice: grazie anche alle scorte che abbiamo messo da parte, siamo riusciti a far fronte alla richiesta, sempre consistente, di questi dispositivi». Ma le “vecchie” scorte sono state acquistate a un costo più alto rispetto al prezzo di vendita imposto dal governo a partire dal 4 maggio, e pari a 50 centesimi più Iva, per un totale di 61 centesimi: una disposizione che, di fatto, per Farma.Co.M. si è tradotta in una «perdita secca di circa 70mila euro» – per cui, però, in seguito a un accordo siglato all’inizio di maggio tra il commissario di governo e le associazioni di categoria, è atteso un «ristoro in denaro entro 60 giorni».
Da qualche giorno, per cercare di conservare i rifornimenti il più a lungo possibile, le dieci farmacie di Farma.Co.M hanno iniziato a vendere a ogni cliente un numero di mascherine contingentato: al massimo due pacchi da dieci, per un totale di venti. «Ma le richieste sono sempre tante – ha proseguito Potenza – Le mascherine di Arcuri non arrivano e i distributori intermedi non riescono a trovarle ai prezzi indicati. O non le trovano proprio». In questo «caos» c’è il rischio anche di imbattersi in forniture non a norma, realizzate con materiali scadenti: «Mentre aspettiamo i dpi del governo, le chiamate, quotidiane, da parte di furbi e di truffatori non mancano», sottolinea Potenza. Ma non sono le mascherine gli unici dispositivi di protezione ormai introvabili: «Anche i guanti in lattice sono rarissimi e continuano ad arrivare richieste per l’acquisto di termoscanner. E con le riaperture previste dalla Fase 2 la richiesta di dpi non potrà che continuare ad aumentare. Quanto ai gel disinfettanti, spariti all’inizio della pandemia, ora riescono a trovarsi senza difficoltà. Al momento (martedì pomeriggio, ndr) stiamo ancora aspettando le mascherine che il governo aveva promesso “a pioggia”, ma all’orizzonte – conclude – non vediamo arrivare ancora nulla».