Era il trancio di pizza più gustoso di Monza, ma soprattutto era una tradizione. Andare da Mauro faceva parte della quotidianità dei monzesi e di tantissime persone che arrivavano in città. Si mangiava quel trancio gustoso e filante a tutte le ore: alla mattina se si capitava in centro, al pomeriggio durante la passeggiata, alla sera prima di cena perché non si poteva resistere a una simile leccornia.
Monza: tutta la storia del leggendario trancio di pizza “da Mauro”, anno 1964
L’artefice di tanta bontà era Antonino Tocco, pizzaiolo di origini sarde che da Mauro aveva trovato una seconda casa. «Era il 1964 quando mi presentai alla famiglia Zei che aveva un ristorante in piazza Garibaldi – esordisce – Allora abitavo a Besana. Eravamo in sette fratelli, desiderosi di lavorare. Mi avevano detto che in quel locale cercavano personale. Io avevo già lavorato in un panificio e avevo la passione per la cucina, soprattutto per le pizze. Dopo tre mesi ho coronato il mio sogno e avevo già le mani in pasta».

Monza: tutta la storia del leggendario trancio di pizza “da Mauro”, la settimana e i numeri
Antonino faceva per lo più il turno del mattino. «Arrivavo alle 5.30 insieme alle signore delle pulizie per iniziare il lavoro alle 6. Accendevo tre forni elettrici e azionavo l’impastatrice. Nei giorni feriali uscivano 40 chili di pasta, il sabato e la domenica molti di più».
Il sabato era giorno di mercato da quelle parti e arrivavano mercanti e clienti da fuori città. «Preparavo 200 padelle di pizza da 2 chili ciascuna e andavano tutte esaurite».
Il bello di Mauro era che sapeva attrarre tutti, persone di ogni età e di ogni ceto sociale. «Nelle mattine dei giorni feriali, dalle 10 in poi, il locale era frequentato soprattutto da avvocati e giudici, dato che eravamo vicini al tribunale – prosegue Tocco – Si può dire che l’aperitivo l’abbiamo inventato noi. Preparavamo tramezzini farciti, cipolline e stuzzichini vari che venivano molto apprezzati. Io stesso per vent’anni ogni mattina alle 10.30 ho mangiato un trancio di pizza accompagnato da una birra. Era la mia colazione-aperitivo».
Monza: tutta la storia del leggendario trancio di pizza “da Mauro”, gli sportivi
Da Mauro sono passati anche numerosi sportivi. «Nei giorni del Gran Premio venivano ingegneri e meccanici delle diverse scuderie e persino qualche pilota. Lo stesso succedeva quando in autodromo c’erano gare motociclistiche. Abbiamo ospitato anche calciatori poiché poco distante c’era un Inter Club dal quale passavano dei giocatori che poi venivano da noi. E non sono mancati i pugili, dato che Il nostro locale sponsorizzava una squadra di pugilato, e abbiamo conosciuto diversi giocatori di biliardo che partecipavano ai tornei nel vicino Bar Sport».
Gli ingredienti
Monza: tutta la storia del leggendario trancio di pizza “da Mauro”, il segreto
Qual era il segreto di una pizza così buona? «C’è un segreto che non ho mai confessato a nessuno – ammette Tocco – ma posso comunque dire che usavamo sempre ingredienti di ottima qualità. E poi la cottura: il nostro era un forno a 400 gradi. Prima facevamo cuocere la base con il solo pomodoro e successivamente aggiungevamo la mozzarella che ci veniva fornita da un caseificio di Melzo. Quando arrivava il camion scaricava 2-3 quintali di prodotto alla volta. Ricordo anche le consegne della bibita più famosa del mondo, che ai tempi arrivava direttamente dal deposito di Monza». E aggiunge: «Per noi era necessario un camion rimorchio data la quantità “industriale” che richiedevamo».
Monza: tutta la storia del leggendario trancio di pizza “da Mauro”, l’atmosfera
Tocco ricorda con nostalgia l’atmosfera di piazza Garibaldi degli anni Settanta-Ottanta. «Era un ambiente vivace con tanti negozi e tanti clienti di passaggio – rammenta – Vicino a noi c’erano La Bolognese che faceva lasagne squisite, la Maurina che vendeva e aggiustava bici e motorini, Colombo elettrodomestici, un negozio di articoli musicali, dei bar. Non capisco chi diceva che Monza era una città spenta. Il nostro locale chiudeva alle 3 di notte. Mi è capitato di fermarmi coi colleghi sulla piazza. Se passavano delle persone ci si salutava cordialmente, senza paura. Talvolta passavano di lì auto delle forze dell’ordine e poliziotti e carabinieri si univano a noi. Sono tempi che rimpiango – conclude il pizzaiolo – così diversi da oggi».