Monza, quattro arresti per truffe ad anziani: “Ha fatto un incidente, gli servono soldi”

Presunte truffe in tutto il Nord Italia, vittime anziani e vulnerabili: le indagini dopo due denunce presentate ai carabinieri di Seregno e Vimercate
Un frame del video diffuso dai carabinieri di Monza Carabinieri di Monza e Brianza

Il finto carabiniere o l’avvocato fasullo che telefona a un anziano, la vittima designata del tranello, e gli racconta che un suo familiare è stato arrestato, altra invenzione, magari dopo un incidente stradale, e gli occorrono con urgenza dei soldi. Tanti, “mediamente tra i 3mila e i 12mila euro”. Una messinscena ben architettata da un presunto sodalizio composto da quattro persone, tutte italiane, tra i 30 e i 61 anni, arrestate nella mattinata di martedì 5 marzo dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Monza Brianza, supportato dai Comandi dell’Arma competenti nelle province di Milano e Napoli, con accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e concorso in truffa aggravata“.

Arrestati dai carabinieri di Monza quattro presunti truffatori: due denunce a Seregno e Vimercate

Sono state colpite da un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Monza. Secondo le indagini, le truffe, avvenute tra novembre 2022 e febbraio 2023, sarebbero state perpetrate in tutto il Nord Italia, a Cantù, Voghera, Crema, Alessandria e Novara, compresa la provincia di Monza e della Brianza. Vittime persone anziane o particolarmente vulnerabili.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza, sono state avviate dopo due denunce presentate alle Stazioni dei Carabinieri di Seregno e Vimercate. Per alcuni mesi gli investigatori hanno effettuato analisi dei tabulati telefonici, intercettazioni delle utenze telefoniche utilizzate dagli indagati, osservazione e pedinamento, acquisizione di registrazione video, accertamenti patrimoniali e analisi dei dati acquisiti.

Arrestati dai carabinieri di Monza quattro presunti truffatori: le indagini meticolose dell’Arma

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Nucleo Investigativo guidato dal maggiore Luca Mechilli, il “modus operandi” prevedeva: “un primo contatto telefonico con la vittima da parte di un sedicente carabiniere o avvocato, che: “le riferiva di aver ricevuto, da parte di un prossimo congiunto, la richiesta di chiamarla e di rappresentarle l’impellente necessità di somme di denaro (comprese di massima tra i 3.000 e i 12.000 euro) per rimediare a una disavventura (arresto a seguito di un sinistro stradale o guida senza assicurazione) in realtà mai avvenuta” specifica l’Arma provinciale brianzola.

Una conversazione nel corso della quale il telefonista avrebbe: “sfruttato l’età della vittima e la sua predisposizione affettiva”, e fatto leva sul potenziale “pericolo” che avrebbe potuto correre il congiunto e premuto “sull’urgenza dell’intervento”. Un mix destabilizzante dal punto di vista emotivo e tale da non concedere alla vittima: “tempo per consultarsi o riflettere sulla situazione”. Così: “Una volta carpita la fiducia”, sempre secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe stata raggiunta da un “emissario, che si fingeva in genere dipendente dello studio legale, al quale consegnava la somma richiesta”.

Grazie ai servizi di osservazione e pedinamento, è stato possibile per i militari intervenire nell’immediatezza “della consegna di denaro e preziosi, recuperati dalla disponibilità degli indagati”, dopo le presunte truffe, e “restituiti alle vittime.

Arrestati dai carabinieri di Monza quattro presunti truffatori: gli arresti nelle province di Milano e Napoli

Otto i capi di imputazione per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, concorso in truffa aggravata. Il gruppo, da quanto ricostruito dall’Arma, avrebbe avuto una precisa ripartizione di compiti e ruoli e basi operative, una delle quali individuata: “in un appartamento nei pressi della Stazione Centrale di Milano, oltre che veicoli a noleggio e utenze telefoniche. Il presunto “capo” sarebbe un 41enne residente a Napoli, il “centralinista” che avrebbe pianificato le truffe. Un trentenne, a sua volta residente a Napoli, sarebbe stato “l’uomo di fiducia del capo”, avrebbe svolto compiti logistico-organizzativi. E infine due “operativi”, un 47enne e un 61enne, entrambi domiciliati nel milanese, si sarebbero recati dalle vittime “per la riscossione del profitto delle presunte truffe. Gli arrestati sono stati tradotti in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria. In corso ulteriori approfondimenti investigativi per verificare altri possibili episodi.