Quasi colpo di scena in consiglio comunale a Monza. E il colpaccio lo ha sfiorato Paolo Piffer di Civicamente che la scorsa settimana ha spaccato la maggioranza con la proposta di istituire le stanze salvavita in cui i tossicodipendenti possano drogarsi assistiti da personale sanitario.
La richiesta era già stata bocciata nel marzo 2016 ma il consigliere l’ha rispolverata. Il centrodestra, in effetti, ha riservato più di una sorpresa: il progetto pilota ha ottenuto i favori della leghista Laura Capra, di Nicolas Monguzzi e Marco Negrini della lista Allevi, del forzista Franco Cosi e del Movimento 5 Stelle. Un no secco è arrivato dal capogruppo del Carroccio Alberto Mariani che, forse per guadagnare tempo, ha chiesto di esaminare la mozione in commissione e rinviare il voto.
Conti alla mano la proposta sembra destinata a naufragare ma ha creato più di un imbarazzo in maggioranza. Quasi tutti i padani la stroncheranno così come Monza con Maffè: «Luoghi simili – è l’opinione dell’assessore all’Istruzione – sono inutili per ridurre la tossicodipendenza e diseducativi».
«Purtroppo l’eroina è tristemente tornata di moda, soprattutto tra i giovanissimi, e i servizi già attivi in città dimostrano di non essere sufficienti – ha commentato Piffer in una nota – Siringhe e materiale potenzialmente infetto abbandonato nei giardinetti pubblici frequentati dai bambini preoccupano molto le mamme che condividono sempre più spesso la loro paura sui social network. L’aula consiliare ha risposto inizialmente bene. Poi, invece di procedere con la votazione, è stata inaspettatamente sospesa la seduta. Peccato, ma rimango fiducioso, non voglio credere che sia stata una bassa strategia politica per provare a boicottare la proposta. Utilizzeremo ogni giorno fino al voto (tra circa un mese) per informare i cittadini e coinvolgerli in questa iniziativa convincendo gli indecisi. Faremo video, incontri, condivideremo dati e probabilmente avvieremo anche una raccolta firme. Dai feedback che ho ricevuto anche la città mi sembra pronta. Siamo tutti d’accordo che dobbiamo provare a contenere un fenomeno così tragicamente crescente? Questa è la nostra ricetta. L’alternativa è fare finta di niente, continuare così come se il problema non esistesse. Noi ci crediamo».