Monza: Net può trasformare l’ex sede Tpm di via Pompei mai usata

La società del trasporto urbano Net completerà la palazzina avviata e mai finita in via Pompei a Monza dalla ex Tpm.
Un autobus Net

Net, la società che gestisce le linee del trasporto urbano, completerà la palazzina avviata e mai finita in via Pompei a Monza dalla ex Tpm. L’azienda, che ha ereditato dalla vecchia partecipata assorbita nel 2009 un piano attuativo presentato nel 2007 che prevedeva la realizzazione di una officina e di un deposito dei pullman, ha ottenuto dal Comune il benestare a modificare la destinazione dell’immobile di 3.890 metri quadri da servizi pubblici a produttiva.

Monza: Net può trasformare l’ex sede Tpm mai usata, cambiata la destinazione da servizi pubblici a produttiva

Dovrà, quindi, versare nelle casse dell’ente 72.176 euro per coprire le spese di urbanizzazione non pagate dalla vecchia società in quanto gli oneri non gravano sugli edifici che ospitano i servizi pubblici.

«Non sappiamo cosa intenda fare Net – afferma l’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti per ora non ha presentato nessun piano attuativo».

Monza: Net può trasformare l’ex sede Tpm di via Pompei mai usata, potrebbe venderla

L’azienda, ipotizza l’amministratore, potrebbe vendere la palazzina a un operatore privato che potrebbe trasferire nello stabile i propri uffici o ampliare la propria attività. Il vecchio progetto non è mai stato completato perché l’attuale società del trasporto pubblico, prima di acquisire la Tpm, aveva già i propri depositi in via Aspromonte, che ha continuato a utilizzare.

Monza: Net può trasformare l’ex sede Tpm di via Pompei mai usata, non è l’unica novità nella zona est della città

Il comparto industriale nella zona est di Monza da qualche tempo è interessato da parecchi movimenti: di recente il Comune ha messo all’asta un terreno di 21.817 metri quadri in via Walter Fontana che confina con alcune imprese che si affacciano su viale Stucchi e su via Ercolano. Il terreno non lontano da via Pompei, il cui valore è stato stimato dai tecnici in 2.531.155 euro, ha suscitato l’interesse di alcuni operatori benché prima di essere edificato dovrà essere bonificato in quanto, secondo le indagini ambientali effettuate nel 2018, risulta contaminato da metalli pesanti e da altre sostanze che superano le soglie previste dalle normative per i suoli con destinazione produttiva. Probabilmente, spiegano dal Comune, si tratta dei residui di ditte presenti alcuni decenni fa in quella zona: il piano di risanamento, come avviene in tutti i casi simili, dovrà essere approvato sia dal municipio che dalla Provincia e dall’Arpa.

«Stiamo parlando di aree di piccole dimensioni – commenta Lampertipotrebbero interessare a imprenditori vicini intenzionati a espandere le loro attività: non sono, infatti, sufficientemente vaste per consentire la costruzione di capannoni in cui avviare nuove produzioni».
L’amministrazione auspica di poter assegnare l’asta nel giro di qualche mese e di incassare nel corso del 2025 il prezzo dell’incanto in modo da impiegarlo per finanziare qualche progetto.