«Qui non potete stare, è proprietà privata». Con queste parole madre Maria Benedetta, superiora da un paio di settimane della comunità monastica delle sacramentine, ha chiesto ai membri del Comitato Teodolinda che venerdì sera si sono dati appuntamento davanti alla chiesa di via Italia, di allontanarsi dal sagrato: erano lì dopo avere organizzato una “preghiera pubblica di riparazione” per il Brianza Pride. «Mi hanno detto che avevano il permesso della Questura e che stavano semplicemente pregando, ma io ho ribadito che non era stato chiesto a noi alcun permesso, e che quella era proprietà del monastero – continua la monaca -. La maggior parte di loro si è subito allontanata spostandosi al di là delle catene. Solo un piccolo gruppo è rimasto, e con tono polemico ha cominciato a lanciare provocazioni anche contro di me».
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Una volta ribadito nuovamente il concetto madre Maria Benedetta è tornata in clausura. «Verso le 19.40 ho ricevuto un messaggio che mi informava che tutti i manifestanti, una trentina in tutto, avevano lasciato il nostro sagrato – conclude -. Prima ancora di uscire per parlare con loro avevo chiamato la Polizia locale per segnalare l’accaduto ma mi hanno detto che non potevano mandare nessuno, e così ho deciso di uscire di persona. Mi auguro che non venga fatta alcuna strumentalizzazione di quanto successo. Ripeto: sono stati allontanati perché non avevano l’autorizzazione a rimanere lì».

Domani i manifestanti del Comitato Teodolinda si ritroveranno in piazza Duomo, sotto la colonna, dalle 11.30 alle 12.30, per pregare di nuovo «per lo scandalo manifesto del Brianza Pride». Al Comitato aderiscono Famiglie Numerose Cattoliche, Veritas Splendor, Forza Nuova, Comitato Beato Miguel, Militia Christi, Nova Civilitas, Noi per la Famiglia, Movimento nazionale per la sovranità, Tradizione Famiglia Proprietà, Io Cambio, Il Nuovo Arengario, Ora et Labora in difesa della vita, Carcano 91.