Ha all’attivo quattro libri. E sta già pensando alla quinta iniziativa editoriale. Un bilancio niente male per uno scrittore naif, come lui stesso si definisce.
Edoardo ”Dino” Redaelli, classe 1948, già dirigente d’impresa e consulente nel settore della qualità e dell’organizzazione aziendale, in un suo lavoro ha anche puntato l’attenzione su un pezzo della storia di Monza vista da una prospettiva particolare: quella di chi negli anni Sessanta viveva nel complesso Ina Case di via Rota. Un argomento che è appunto al centro del libro “I palaffittuari”, presentato dall’autore nella biblioteca del Cederna.
Monza: la storia dei “Palafittuari” delle Case Fanfani, fra 104 famiglie
«Il libro – viene spiegato – racconta uno spaccato della vita di quartiere a ridosso del complesso Ina Case di via Rota a Monza. Siamo nel 1961 in pieno boom economico e i fatti raccontati si snodano nell’ambiente proletario dell’Italia verace di allora».
Redaelli nel romanzo descrive una realtà che ha conosciuto bene: negli edifici allora di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari (Iacp), ai tempi indicati anche come Case Fanfani, ci ha vissuto dal 1953 al 1978. Nel complesso risiedevamo complessivamente 104 famiglie. Il titolo del libro significa il palazzo degli affittuari.
«Chi abitava al civico 46 – specifica l’autore, grande appassionato di golf, rugby, cinema, viaggi e storia contemporanea – era in affitto. Qui si parla del numero 46. Chi risiedeva al 44, invece, aveva un contratto di condominio. In quelle case abitavano anche profughi giuliani, monzesi danneggiati dall’alluvione del Lambro del 1951, famiglie che si trovavano in situazione di difficoltà. Solitamente le famiglie erano numerose. La mia era un’eccezione. Ero figlio unico, c’era una grande solidarietà. Ma c’erano luci e ombre».
Monza: la storia dei “Palafittuari” delle Case Fanfani, libri per iniziative solidali
«Un po’ di confort in più – ha spiegato Maria Grazia, ex residente nelle Case Ina di via Rota, intervenuta alla presentazione – non avrebbe guastato. Noi abitavamo sopra il porticato. I locali erano freddi. La mattina mi lavavo in due minuti e poi correvo a scuola. In aula, perlomeno, il riscaldamento funzionava. A luglio e agosto eravamo tutti lì, in vacanza ci andavano in pochi».
Redaelli, cinefilo, nel libro cita film famosi, come “La donna che visse due volte”, “Rocco e i suoi fratelli”, “Amarcord”, “L’albero degli zoccoli” e “La prima notte di quiete”.
L’utile della vendita del libro, così come per gli altri scritti e autoprodotti da Redaelli, verrà utilizzato per iniziative solidali. Il libro è disponibile su Amazon e nelle librerie di Monza.