Monza: interrogazione parlamentare dell’onorevole Capitanio sulla situazione del tribunale

L’onorevole leghista chiede al ministro della giustizia: «Quali urgenti iniziative si intendano adottare per risolvere le gravissime criticità» del Tribunale di Monza, sesto in Italia per bacino di utenza ma 21esimo per numero di magistrati e con una: «grande carenza di personale amministrativo».
Massimiliano Capitanio
Massimiliano Capitanio

Chiede al Ministro della Giustizia: «Quali urgenti iniziative si intendano adottare per risolvere le gravissime criticità» del Tribunale di Monza l’onorevole leghista Massimiliano Capitanio, primi firmatario con cinque colleghi di una interrogazione parlamentare. Il deputato brianzolo ha esposto quanto richiamato dall’ordine degli avvocati di Monza in una lettera aperta a tutti i vertici istituzionali, a partire dal Presidente della Repubblica e dal premier Mario Draghi, pubblicata sul Corriere della Sera, chiedendo provocatoriamente un “vaccino” per la Giustizia monzese e brianzola.

Capitanio ha ricordato come il tribunale monzese sia il sesto per importanza su 140 a livello nazionale «per bacino di utenza e affari trattati», «ma solo al ventunesimo come organico di magistrati». Richiamato anche il grave problema della carenza di personale amministrativo: «a fronte di un organico di 152 unità solo 86 sono effettivamente operative e, di queste, 10 in condizioni di fragilità – scrive Capitanio – con previsione di lavoro agile 5 giorni su cinque».

Numeri che, dice ancora l’onorevole concorezzese: «entro la fine dell’anno andranno a ridursi ulteriormente». Richiamate le segnalazioni «ripetute» dal parte del Presidente del Tribunale monzese e del consiglio dell’ordine degli avvocati rispetto alla situazione critica: «che rende di fatto impossibile per tutti quanti operano nel campo della giustizia assicurare una risposta ragionevolmente accettabile in termini di tempo ai cittadini e alle aziende che si rivolgono a tale tribunale».

Capitanio riconosce che: «sulla situazione l’emergenza dovuta alla pandemia da Covid 19 ha certamente inciso ma non può essere considerata la causa determinante».