Monza: il poliziotto cintura nera insegna a 143 medici come difendersi dalle aggressioni

I professionisti coinvolti sono 108 donne e 35 uomini tra i 30 ed i 65 anni operanti in tutta la provincia di Monza e Brianza: apprenderanno tecniche di difesa da una ipotetica aggressione
Un momento della prima lezione in Questura Questura di Monza

Sono purtroppo sempre più frequenti le aggressioni e intemperanze nei confronti del personale medico e sanitario. Occorre correre ai ripari. Da martedì 17 ottobre, presso la sede della Questura di Monza e della Brianza sono stati avviati incontri formativi di difesa personale, tenuti da istruttori della Polizia di Stato, rivolti a 143 medici della provincia che si terranno il martedì e venerdì. Una collaborazione, spiegano dalla Questura, attivata proprio: “a seguito del verificarsi di aggressioni nei confronti del personale sanitario, episodi registratisi su tutto il territorio nazionale ed anche in questa provincia”.

Monza: il corso di difesa personale nella palestra della Questura

Si tratta di una iniziativa, per prevenire e gestire eventuali episodi di violenza e criticità: “fortemente voluta dal presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Monza e della Brianza Carlo Maria Teruzzi, che ha trovato la disponibilità del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e del Questore Marco Odorisio”. Alla prima sessione, martedì 17 ottobre, ha partecipato un primo gruppo di 20 medici, 16 donne e 4 uomini. Una lezione che ha visto la presenza per il “taglio del nastro” del Questore, che ha sottolineato “lo spirito di servizio che accomuna i medici e i poliziotti nell’espletamento del loro lavoro quotidiano”, e la “bontà del progetto di partenariato”, un unico, per ora, a livello nazionale. Visto il successo e il numero di iscritti, già annunciate dall’inizio del prossimo anno: “ulteriori sessioni formative rivolte sempre ai medici”.

Un momento della prima lezione (foto Questura di Monza)

Il Presidente dell’Ordine, Carlo Maria Teruzzi, a sua volta presente, ha ringraziato il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e la Questura di Monza e della Brianza per la disponibilità sottolineando come si verifichino sempre più spesso aggressioni verbali che talvolta sfociano in vere e proprie aggressioni fisiche ai danni dei medici, citando ad esempio quella occorsa non molto tempo fa ai danni di una dottoressa all’interno del suo ambulatorio. Ha quindi evidenziato come sia utile far apprendere “semplici percorsi che consentono di inertizzare una minaccia o di gestire anche situazioni di aggressività verbale”.
Medici e istruttori hanno quindi mostrato alcune tecniche di liberazione da prese o di difesa da pugni o calci.

Monza, le tecniche di difesa personale insegnate a medici dai 35 ai 65 anni

I professionisti coinvolti nel corso dei sette incontri previsti sono 108 donne e 35 uomini tra i 30 ed i 65 anni: apprenderanno tecniche di difesa da una ipotetica aggressione: “che si manifesti con uno strangolamento, con una presa al camice, con un bloccaggio delle mani, ma anche affrontando tecniche di contrasto a seguito di contatto corpo a corpo in uno scenario a terra” spiegano dalla Questura. Verranno divulgate alcune tecniche di difesa personale “che possono risultare particolarmente utili per sottrarsi alle più comuni aggressioni in cui il medico potrebbe venire a trovarsi nello svolgimento della sua professione, comprendendo anche l’utilizzo di alcune tecniche di de-escalation verbale”.

Monza, l’istruttore dei medici è l’assistente capo coordinatore Danilo Brignone

Gli incontri sono tenuti all’istruttore di arti marziali della Polizia di Stato, l’assistente capo coordinatore Danilo Bignone, già appartenente alle Fiamme Oro della Polizia di Stato, campione italiano assoluto di lotta, cintura nera di judo, allenatore di lotta e istruttore di arti marziali miste, in servizio presso la Questura di Monza e della Brianza, con la supervisione del Commissario Capo Alessandro Barone: si tratta di tecniche di difesa “che non necessitano di particolare forza fisica per contrastare le aggressioni fisiche e garantire una maggiore autotutela e sicurezza personale a favore dei medici”.