Quasi il doppio dei detenuti che dovrebbe contenere, la metà dipendenti da sostanze, quasi un terzo con malattie psichiatriche o disturbi comportamentali: sono i dati diffusi dall’associazione Nessuno tocchi Caino in visita alla casa circondariale di Monza, venerdì 27 dicembre. Con l’associazione anche gli avvocati della Camera penale e dell’Ordine degli avvocati con rappresentanti politici di Più Europa e amministratori locali del Partito democratico, arrivati da Agrate Brianza e Cavenago Brianza, Monza, Lissone, Seregno, Desio, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso.
Monza, in carcere 716 persone: c’è posto per 411
“Il sovraffollamento – ha sottolineato Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino – soffoca la struttura con i suoi 716 detenuti a fronte di una capacità regolamentare di 411 posti. Ben 398 sono i detenuti con dipendenze da sostanze e circa 250 quelli con malattie psichiatriche o con disturbi comportamentali. È inoltre impressionante la presenza di giovani adulti.” Per l’ex parlamentare Pd Roberto Rampi è necessario aprire ancora di più il carcere per abbattere gli stereotipi e oggi componente del direttivo nazionale dell’associazione: “Un luogo di sofferenza e di abbandono dove vengono fatte ‘sparire’ tante persone che avrebbero invece bisogno di aiuto, tossicodipendenti e persone con problemi psichici particolarmente – ha detto –. Un luogo che non ottiene i risultati che ci si aspetta nonostante l’impegno di chi ci lavora.”
Monza, il carcere ha il doppio dei detenuti che può contenere
Proprio per capire da vicino come si vive e il lavoro fatto all’interno della casa circondariale, l’associazione ha proposto alla nuova generazione di amministratori locali di visitare via Sanquirico: “Ci danno speranza per provare a costruire in Brianza una rete per portare avanti progetti che possano sostenere percorsi di reinserimento di tante persone a cui, troppo spesso, vengono negate occasioni di riscatto possibile”, ha Vincenzo Di Paolo, consigliere provinciale e a sua volta di Nessuno tocchi Caino.