Monza: i dubbi e le risposte sulla nuova raccolta differenziata al via l’1 marzo

I problemi e le risposte sulla raccolta differenziata in partenza a Monza (dalla grandezza del sacco agli orari del ritiro e alla distribuzione dei kit). Dal 1° marzo l’avvio ufficiale e un anno di monitoraggio per eventuali cambiamenti.
MONZA il camper per la raccolta dei rifiuti
MONZA il camper per la raccolta dei rifiuti Fabrizio Radaelli

I sacchi rossi chippati sono troppo grandi: lo hanno ripetuto svariate volte i consiglieri comunali di minoranza all’assessore all’Ambiente di Monza Martina Sassoli durante la commissione di mercoledì scorso presieduta dal forzista Rosario Adamo con la finalità di dissipare i tanti dubbi suscitati dalle nuove modalità di raccolta dei rifiuti che partirà l’1 1° marzo.

La capienza sovradimensionata, secondo Paolo Piffer, costringerebbe i cittadini a tenere a lungo la pattumiera in casa con il rischio di ritrovarsi l’appartamento infestato da cattivi odori: l’esponente di Civicamente ha contestato anche la scelta di ritirare la frazione secca un giorno a settimana invece di due. Solo il 4% delle famiglie monzesi, ha ricordato il pentastellato Aurelio Camporeale, ha più di 4 componenti mentre il 28,7% ne ha 2, il 17,04% 3 e il 37,% è single.

«I sacchi da 70 litri – ha commentato Francesca Pontani di Italia Viva – con il loro peso metteranno in difficoltà anziani e persone fragili».

La rigidità delle fasce orarie in cui esporre la spazzatura in strada è stata criticata da Chiara Pozzi della Lista Scanagatti: «Dalle 8 alle 9 – ha notato – molte persone sono già al lavoro». Il democratico Marco Pietrobon ha lamentato il ritardo nell’avvio della nuova raccolta rispetto al cronoprogramma del contratto con l’Impresa Sangalli e le lacune nella distribuzione dei kit di bidoni e sacchi.

La raccolta, ha spiegato la Sassoli, sarà monitorata un anno in modo da analizzare «gli elementi quantitativi e qualitativi sulla produzione dei rifiuti e introdurre la tariffazione puntuale» del servizio basata sul principio che chi accumulerà più scarti pagherà di più. Al termine della sperimentazione i tecnici valuteranno se distribuire sacchi chippati da 40 litri o se mantenere quelli da 70 e, soprattutto, se applicare la Tari sulla base dei sacchi impiegati o del peso della spazzatura.

Durante la prima fase eventuali forniture aggiuntive saranno gratuite ma, quando il sistema andrà a regime, saranno a pagamento: «Non stiamo introducendo nulla di nuovo – ha affermato – stiamo cercando di migliorare la qualità della differenziata e di aumentarla fino all’80%. Non abbiamo inventato niente: ci siamo ispirati ai modelli più brillanti come quelli di Parma e Mantova e abbiamo preso qualche spunto dai comuni brianzoli» che applicano sistemi simili.

I cittadini, ha aggiunto, sapranno come gestire gli ecuosacchi dato che dentro dovrebbe finirci non più del 20% dei rifiuti: gli scarti più maleodoranti come vongole, assorbenti e sigarette, ha suggerito, potranno essere chiusi in un sacchetto più piccolo prima di essere gettati in quello rosso mentre per l’umido si potranno utilizzare i sacchetti compostabili di frutta e verdura. Il monitoraggio, ha proseguito, serve per «agganciare» a ogni utente Tari il quantitativo di rifiuti prodotto.

La distribuzione dei kit, ha ammesso, è un elemento critico e gli operatori ritireranno i bidoni da eliminare a fine febbraio, in occasione dell’ultimo passaggio del vecchio appalto.