Quegli ordigni bellici, cioè bombe, sono rimasti nascosti nel terreno per decenni. Individuati e mappati, stanno per essere rimossi: l’operazione è necessaria all’avvio dei lavori di installazione delle barriere antirumore lungo i tratti di ferrovia che attraversano la città sulle linee Milano-Lecco e Milano-Chiasso.
Per farlo, si seguiranno procedure ben precise, definite «in accordo con le forze dell’ordine»: lo anticipa Rfi, annunciando il prossimo avvio dei lavori preparatori a un’operazione che buona parte dei monzesi attende da più di vent’anni. Se il cronoprogramma non dovesse subire (ulteriori) slittamenti, si arriverebbe così all’installazione delle barriere a vent’anni esatti dalla presentazione, da parte di Ferrovie, del Piano nazionale di risanamento dell’inquinamento acustico. Era infatti il 2003 quando si è iniziato a parlarne – e il 2007 quando il comune di Monza riceveva il progetto preliminare. Nel mezzo l’interessamento dei comitati cittadini, delle consulte di quartiere e dei politici, tanto a livello locale quanto nazionale.
Monza, la ferrovia, le bombe e l’attesa
Un’attesa che si è fatta di anno in anno più spasmodica, scandita da proteste e insofferenze. Nel mese di aprile, a poche settimane dallo scadere del mandato, l’ormai ex giunta Allevi aveva «chiesto a Rfi la possibilità di iniziare prima alcuni lavori propedeutici all’intervento», come appunto la bonifica dei vecchi ordigni bellici. Obiettivo finale dei lavori, che saranno scanditi in tre diverse tratte, quello di proteggere «dai rumori dei treni circa sette chilometri di binari urbani, per un totale di tredici chilometri di barriere». Potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo, e aprire le finestre senza il timore di sobbalzare per lo sferragliare dei binari, anche tutti i residenti di Sant’Alessandro che si sono appena lasciati alle spalle un’altra estate «infernale».
Monza: i cittadini di San Rocco e l’estate nera
I lavori notturni realizzati da Rfi (ormai completati) per l’abbassamento e l’adeguamento della sede ferroviaria sulle linee Milano-Chiasso e Milano-Lecco, in corrispondenza del tratto compreso tra Monza e Sesto San Giovanni, hanno tenuto sveglio l’intero isolato. «Dalle 21 fino alle 3, alle 4 del mattino è stato impossibile riposare – spiegano da via Paisiello – Abbiamo contato treni, tra cui molti lunghissimi treni merce, anche ogni cinque minuti. Impossibile ascoltare la televisione, impossibile scambiare quattro chiacchiere, impossibile tenere le finestre aperte». Una situazione che ha portato molti all’esasperazione: la loro intenzione è ora quella di intraprendere una «class action» per chiedere «adeguati rimborsi per i danni subiti: anche l’estate scorsa – sottolineano – siamo stati costretti a convivere con interventi altrettanto rumorosi: siamo stufi di trascorrere stagioni da incubo».