Monza: appello ai volontari per leggere libri in carcere

Due anni fa l’appello aveva funzionato, poi è arrivata la pandemia: ora l’associazione “La biblioteca è una bella storia” torna ad offrire l’opportunità di diventare lettori nei gruppi organizzati nella casa circondariale di Monza.
La biblioteca del carcere
La biblioteca del carcere Radaelli Fabrizio

Sono passati quasi due anni da quando l’associazione “La biblioteca è una bella storia” aveva lanciato l’appello: servono volontari per gli incontri di lettura all’interno della casa circondariale di Monza. E l’appello aveva funzionato: una ottantina di persone l’avevano raccolto e avevano detto sì all’attività di volontariato. Poi, si sa, è andata diversamente: la pandemia, tutti a casa, carcere chiuso. E la pattuglia di volontari si è assottigliata.

Ora però il progetto può ricominciare e l’associazione ha iniziato a fare i colloqui preliminari per poi portare i nuovi volontari al corso di formazione preliminare: chiunque volesse aderire può mandare una mail bibliotecabellastoria@gmail.com oppure chiedere informazioni alla biblioteca di San Gerardo, in via Lecco a Monza, sede temporanea dell’associazione a causa dei lavori alla Civica.

«L’obiettivo è riuscire a fare gli incontri in tutte le sezioni della casa circondariale» spiega il presidente Sergio Conti che prima dello stop forzato alle attività spiegava come la biblioteca del carcere fosse cresciuta fino a 600 volumi e giornali.

«Allora abbiamo pensato con la direzione del carcere di andare direttamente nelle sezioni» e cioè in uno spazio dove i detenuti possono liberamente circolare e scegliere se andare o meno agli incontri di lettura, nelle salette di socialità». Lì i volontari, dopo un percorso di formazione che include la conoscenza del carcere, le sue regole, incontri di gruppo, lezioni di lettura ad alta voce, vanno a coppie a proporre racconti e romanzi ai detenuti. E funziona: da gennaio 2019 le sezioni coinvolte erano passate da sei a sette ma il desiderio era ed è di allargare l’iniziativa.

«Per i detenuti che partecipano è un momento molto importante. In carcere ci sono ogni tanto iniziative, ma sono occasionali. Gli incontri di lettura sono invece sistematici ed è un momento su cui possono contare, di forte impatto: l’incontro con i libri».

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