Addio a Giuliano Manzi, storico insegnante di teoria e solfeggio a Monza e direttore di coro della Fondazione musicale Vincenzo Appiani (ai tempi liceo musicale) per oltre trent’anni. Era nato l’8 novembre 1928. Manzi aveva iniziato lo studio della musica da giovane, spronato dalla mamma Elisabetta, sorella del pittore Ugo Galetti.
Monza, addio al maestro Giuliano Manzi: avviato alla musica dalla madre Elisabetta Galetti
La madre ci teneva moltissimo ad avere un musicista in casa dato che «c’era già chi sapeva dipingere» e affidò il figlio alle cure di Adriana Pizzen, insegnante e poi (dal 1993 al 2001) direttrice dell’ Appiani. Nelle aule del liceo musicale Manzi incontrò un altro personaggio importante per la sua formazione: Riccardo Malipiero senior, primo violoncello alla Scala, che fu tra i fondatori e poi direttore della scuola di musica monzese, che gli diede la giusta carica per i suoi studi.
Monza, addio al maestro Giuliano Manzi: esame finale al conservatorio col poeta Salvatore Quasimodo
Un altro suo insegnante fu il compositore e organista monzese Gianluigi Centemeri. Il giovane musicista si esercitava anche di notte tanto da disturbare i suoi vicini di casa in via Napoleone. Al Conservatorio di Milano all’esame finale fu interrogato in cultura generale dal poeta Salvatore Quasimodo.
Monza, addio al maestro Giuliano Manzi: insegnante, compositore, scrittore
Appassionato di musica corale, Manzi ha insegnato esercitazioni corali nei conservatori di Brescia e di Vicenza e nel 1963 ha ripristinato il coro del liceo Appiani. Più volte è stato chiamato a far parte di giurie di importanti concorsi. Ha scritto brani corali e strumentali, molti da camera, e testi didattici per tutte le età e per i diversi gradi scolastici: dalla scuola materna al Conservatorio.
I più noti sono i “Solfeggi cantati”, pubblicati inizialmente a sue spese. Li aveva scritti per rendere meno complesse e meno noiose le lezioni di solfeggio. Lascia la moglie Vanda e i figli Claudio, Fabrizio e Roberto.
Funerali nel pomeriggio di giovedì 6 novembre, nella chiesa di Ognissanti nel cimitero di Bergamo.