Parcheggi di superficie addio: in piazza Cambiaghi a Monza le auto non potranno più sostare. Il vicesindaco Simone Villa conferma il ritorno all’antico: i veicoli, come accadeva fino al 2006, potranno utilizzare solo il posteggio interrato.
Il ripristino della situazione originale è legata a doppio filo al perfezionamento in corso della convenzione stipulata nel 1988 tra il Comune e la Edilcentro, la società che ha realizzato il recupero edilizio dell’area. L’accordo non è mai stato attuato in tutte le sue parti a causa di un contenzioso che dal 2000 oppone il municipio al privato per un rimborso relativo al alcune spese chiesto dall’operatore e contestato dagli uffici dell’ente. La proprietà della piazza, di conseguenza, è rimasta dell’immobiliare.
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Il precedente. La cancellazione dei parcheggi a cielo aperto, ventilata anche dalla giunta Scanagatti, è sollecitata dai tecnici che collaborano con la Edilcentro, che ora puntano a stringere i tempi: «La sosta in superficie – ricorda il geometra Giuseppe Longoni – era esclusa dall’intesa, ma è stata introdotta con una deroga nel 2006 quando è partito il cantiere di piazza Trento e Trieste e non è più stata revocata».
Il countdown. L’opportunità si ripercuote sugli incassi del silo di 470 posti che, tranne nei giorni di mercato, risulta poco utilizzato. La chiusura del vecchio accordo, che a suo parere potrebbe arrivare nel giro di un paio di settimane, potrebbe essere accompagnata dalla possibilità per la società di costruire un paio di palazzine sul lato più vicino a via Visconti in modo da completare il fondale.
La nuova firma permetterebbe al Comune, soprattutto, di diventare proprietario di quella che la sera si trasforma in una sorta di terra di nessuno in cui cercano un riparo i senzatetto mentre i passanti rischiano di essere importunati da sbandati e microcriminali.
L’era geologica. I tempi per la definizione della vicenda non sembrano, però, brevissimi: «In questa storia cominciata un’era geologica fa – commenta Villa – le responsabilità sono di tutti, dei politici e dei professionisti. Ci si è arroccati perdendo di vista l’interesse della città che è quello di avere una piazza pubblica» che ha bisogno di essere riqualificata.
I problemi. «Le cadute – aggiunge il vicesindaco – sono all’ordine del giorno, la pavimentazione non è più adeguata e, probabilmente, andrà sostituita. Occorre, però, procedere con i piedi di piombo per evitare che trent’anni di stagnazione» cedano il passo a una corsa controproducente.
«Siamo contenti – precisa l’amministratore – che anche Edilcentro sia interessata a chiudere la convenzione in tempi rapidi: noi stiamo analizzando la situazione da luglio, da quando ci siamo insediati. Dobbiamo finire di recuperare la documentazione che si è accumulata nel corso dei decenni per arrivare alla interpretazione autentica del testo e, quindi, al rogito».
La bilancia. I nodi da sciogliere, lascia intendere, non sono di poco conto: «Dobbiamo verificare – prosegue Villa – la quantità e la qualità degli interventi che la controparte ritiene di aver effettuato a favore del pubblico, valutare chi ne ha tratto vantaggio, calcolare i loro importi sulla base dei valori correnti».
Prima della firma, insomma, in municipio intendono far quadrare i conti. Ma un punto sembra fissato: per chiudere una partita che dura da troppo tempo e che da decenni vive di “temporaneità”, i parcheggi di superficie devono sparire. Tornerà la raccolta firme di negozianti e ristoratori?