Metrotranvia Milano-Seregno contro la violenza sulle donne: i messaggi di Città Metropolitana

Una serie di striscioni contro la violenza sulle donne, affissi sui cantiere della Milano-Desio-Seregno. È l'iniziativa di Città Metropolitana.
Citta metropolitana Metrotranvia Contro violenza su donne
Citta metropolitana Metrotranvia Contro violenza su donne

Una serie di striscioni contro la violenza sulle donne, affissi dagli operai, dai tecnici e dai responsabili di cantiere della Milano-Desio-Seregno. È l’iniziativa messa in atto dalla consigliera con deleghe alle Infrastrutture, Daniela Caputo, e dai responsabili di Città Metropolitana per lanciare messaggi dalle recinzioni dei microcantieri della metrotranvia. E per il 25 Novembre del Nord Milano si è pensato che per una volta i lenzuoloni affissi in strada, che di solito vengono messi sui cavalcavia per annunciare un matrimonio o un lieto evento, potessero essere un modo molto “popolare” per ribadire il rispetto delle donne contro ogni tipo di atto violento.

Metrotranvia Milano-Seregno contro la violenza sulle donne: iniziativa a Nova Milanese, Desio e Seregno

Nella mattina di martedì, il giorno consacrato alla lotta alla violenza di genere, mentre tutta la Lombardia si appresta a celebrare l’evento con cortei, convegni, interventi e manifestazioni di ogni tipo, Città Metropolitana ha pensato a un modo innovativo di partecipare. L’iniziativa è stata fatta lungo le recinzioni del progetto della metrotranvia partendo da Cusano Milanino passando per Nova Milanese, Desio e arrivando fino a Seregno sono stati appesi i lenzuoli e altri cartelli inneggianti al 25 Novembre, con l’ausilio delle maestranze di cantiere e con la presenza dei sindaci e con il contributo dell’Arma dei Carabinieri.

«Il messaggio – ha spiegato la stessa Caputo – vuole essere uniti senza alcun confine e dire alle vittime che siamo al loro fianco. L’ausilio degli uomini di cantiere serve a sensibilizzare ulteriormente gli uomini perché prendano coscienza e si facciano portavoci di queste istanze».