Campi di cereali, prati, orti e alberi da frutto feriti in Brianza e nel Milanese dall’intensa grandinata di martedì 2 giugno. Il maltempo ha causato grandi danni nelle province di Lecco e Bergamo, poi ha investito la Brianza forse con precipitazioni più brevi ma lasciando ugualmente una scia di situazioni difficili a cui rimediare.
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Il primo bilancio del monitoraggio dei tecnici Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza racconta di prati triturati e cereali piegati dalla grandine. Coinvolta soprattutto, spiega la Coldiretti regionale, la provincia di Monza Brianza, oltre a quelle di Bergamo e Como e il Lecchese.
«La tempesta di ghiaccio – spiega la Coldiretti interprovinciale – si è abbattuta in serata sui campi coltivati con cereali a paglia e mais tra i comuni di Desio, Lissone e Usmate Velate. Colpite anche le colture in pieno campo nel comune di Bollate, nel Milanese, dove i chicchi hanno causato danni su circa il 25 per cento dei raccolti».
A Nova Milanese una azienda orticola aperta da circa un anno in via Fiume (Ortofficina) ha avuto disintegrata la quasi la totalità delle piante in campo, annunciando per le prime settimane di giugno la possibilità di vendere solo cassette miste di stagione.
«Nella Bergamasca – precisa la Coldiretti – il bombardamento di ghiaccio ha sferzato la Valle Seriana, in particolare nella parte iniziale. Tra i paesi più colpiti ci sono Nembro, Gazzaniga, Albino, Alzano Lombardo, già messi a dura prova dalla tragedia del coronavirus. Chicchi di grandine grossi come noci sono caduti senza sosta per oltre mezz’ora, a partire dalle ore 17,30 circa, triturando prati e pascoli. La grandine era talmente fitta e abbondante che sembrava fosse nevicato. La fienagione risulta compromessa».
Sempre in provincia di Bergamo il maltempo ha sferzato anche la Valle Imagna: a Sant’Omobono Terme la sassaiola di grandine ha distrutto il 90% della produzione del frutteto dell’Azienda Agricola Sant’Anna.
«Un vero e proprio disastro – spiega il titolare Matteo Locatelli -: sono bastati 15 minuti di vento forte e grandine per perdere il raccolto di pesche, albicocche, pere e soprattutto di ciliegie, le più colpite. Ora devo cercare di salvare quello che si può facendo succhi, confetture, frutta candita e mostarda. Voglio provare anche a fare la frutta denocciolata da essiccare e da usare in pasticceria».
«Complice la forte inversione termica dopo una giornata di caldo – prosegue la Coldiretti – la grandine ha colpito anche a Lecco e nei comuni vicini spingendosi fino all’Erbese e al lago di Pusiano. Oltre a Lecco, i centri più colpiti sono Valmadrera, Civate, Suello e Galbiate. In queste zone si segnalano vetri di serre esplosi sotto i colpi dei chicchi di ghiaccio, ortaggi e piccoli frutti colpiti con raccolti compromessi. Anche il vento forte ha provocato danni, sia in provincia di Lecco che in quella di Como».
In quest’ultima ha scoperchiato le tettoie di alcune strutture agricole e spianato i campi di loietto nel Canturino e nella Bassa, intorno a Lomazzo. Sempre nel Comasco, nella zona di Lambrugo, la grandine ha devastato un vivaio macinando le coltivazioni e distruggendo le reti anti grandine. Nella fascia pedemontana, infine, si riscontrano anche alcuni danni sul mais.
«Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi».