L’hanno chiamata “posizione di Rodin” in omaggio alla scultura de “Il pensatore” esposta nel museo parigino dedicata al noto artista. Con l’arte però ha poco a che fare, è una posizione messa a punto dall’équipe di terapia intensiva di Monza per migliorare la saturazione dell’ossigeno in pazienti affetti da Covid.
«All’inizio della pandemia -spiega Giuseppe Foti, direttore della terapia intensiva del San Gerardo – dovevamo trovare un modo per migliorare la saturazione di ossigeno dei pazienti che fosse facilmente applicabile nei reparti di degenza. Sicuramente il casco Cpap, che mi piace ricordare è stato proposto e studiato già molti anni fa dal nostro gruppo ci ha dato una grande mano, ma si tratta di una tecnica che richiede un certo carico assistenziale: è costosa, richiede competenze specialistiche e non è sempre facilmente tollerata per lungo tempo dai pazienti».
Cosa avete pensato?
«All’inizio abbiamo deciso di applicare una tecnica che da anni è consolidata in terapia intensiva nei pazienti sedati ed intubati: la posizione prona. L’abbiamo dunque applicata invece nel paziente sveglio ricoverato nel reparto di degenza ordinaria. L’effetto è stato immediatamente evidente: la saturazione di ossigeno dei pazienti migliorava in maniera molto vistosa e clinicamente significativa. Non c’è voluto molto a convincere tutti i colleghi dell’ospedale, non specialisti e non abituati a queste tecniche, che era utile. Anzi devo dire che è stata proprio accolta con entusiasmo e rapidamente implementata nella routine clinica. Dopo aver pubblicato i risultati di questa strategia su Lancet, sono usciti oltre 100 lavori scientifici provenienti da tutto il mondo sull’argomento. È stato anche dimostrato che la posizione prona è tanto più efficace quanto più precocemente applicata e quanto più a lungo è mantenuta nell’arco delle 24 ore. Viene indicato un periodo ottimale di almeno 8 ore nell’arco della giornata».
Come siete arrivati alla posizione del pensatore di Rodin?
«Malgrado gli ottimi risultati della posizione prona i miei collaboratori hanno comunque notato che talvolta può non essere semplice mantenere la posizione prona per periodi prolungati. Hanno pertanto pensato ad una posizione alternativa che potesse mantenere gli stessi vantaggi della posizione prona e fosse più facilmente tollerata dal paziente. Il paziente si trova seduto a fianco del letto con le braccia ed il tronco appoggiati sul materasso in maniera da assumere una posizione semiprona e l’hanno chiamata “posizione del pensatore di Rodin”, in analogia alla celeberrima statua esposta a Parigi».
Quali i risultati?
«I risultati di questo studio sono stati pubblicati a fine 2021 sulla prestigiosa rivista American Journal of Respiratory and Critical medicine. Al momento non è ancora possibile dire se questa strategia è in grado di ridurre il ricorso al ricovero in terapia intensiva e all’intubazione. Per saperlo sarà necessario effettuare ulteriori studi multicentrici. Quello che però posso dire sin da ora è che la tecnica ha affiancato e sta soppiantando la tecnica di pronazione nella gestione dei pazienti con polmonite Covid nei reparti di degenza ordinari in quanto più tollerata dai pazienti».