L’ospedale di Vimercate sospende l’infermiere accoltellatore di Arcore

Sospensione cautelare dal servizio per l’infermiere caratese che il 21 maggio ha aggredito a coltellate un uomo ad Arcore. Il provvedimento è stato preso dalla direzione dell’azienda ospedaliera di Vimercate, per la quale lavora.
Il luogo dell’aggressione
Il luogo dell’aggressione

Sospensione cautelare del servizio. È il provvedimento che l’azienda ospedaliera di Vimercate ha preso nei confronti dell’infermiere 40enne dell’ospedale di Carate che la scorsa settimana ha accoltellato in pieno centro Nicola Mauri. La delibera del settore Risorse umane dell’azienda ospedaliera è del 25 maggio scorso ed è riportata dall’albo pretorio senza i dettagli per questioni di privacy.

Si specifica che il provvedimento è stato preso ai sensi dell’articolo 15 del contratto nazionale a seguito di una misura restrittiva della libertà personale. L’arresto per tentato omicidio, per la precisione. Tra i documenti istruttori la comunicazione dalla procura di Monza. L’infermiere accoltellatore è sospeso dal servizio, insomma, e il passaggio è puramente formale considerato che in questo momento si trova in psichiatria a Villa Serena, all’ospedale San Gerardo di Monza. L’azienda ospedaliera non rilascia commenti ufficiali sull’episodio dell’accoltellamento, successo giovedì 21 maggio in via Roma alle 7.30. Sembra comunque che l’infermiere di Barzanò non abbia mai dato segni che potessero far temere un’aggressione come quella ai danni di Mauri.

Il 47enne ferito alla nuca con un coltello è stato ricoverato in codice rosso, ma solo per miracolo la sua prognosi è rimasta circoscritta a 15 giorni. La lama non è andata in profondità e una settimana di ospedale è stata sufficiente.

Il paziente ora sta bene, ieri in molti l’hanno visto in centro dove bazzica spesso chiedendo una sigaretta e facendo quattro chiacchiere. È stato trasferito dall’ospedale di Vimercate alla sede di Desio ma poi dimesso. Le lesioni si sono rivelate lievi e anche il trauma dell’aggressione sembra sia rientrato. Questo aspetto potrebbe portare anche alla derubricazione del reato contestato a Teti, da tentato omicidio a lesioni gravi; su questo aspetto tuttavia non ci sono ancora novità di rilievo.

Anche sulle spiegazioni del folle gesto non ci sono grandi dettagli, ma la tesi più accreditata è che l’aggressore avesse disturbi particolari che lo facevano sentire spiato, seguito e perseguitato. Lo scatto d’ira poteva capitare in qualunque momento e contro chiunque. Mercoledì è toccato a Mauri che sembra gli abbia chiesto una sigaretta e l’abbia fissato insistentemente. L’arcorese, colpito da qualche disagio precedente, vive solo in via Manzoni ed è conosciuto da molti in città. Già prima dell’aggressione era in carico ai servizi sociali e da quando è stato dimesso ha già ricevuto le visite delle assistenti qualificate del Comune.

Chi lo conosce concorda nel descriverlo come un soggetto mite e innocuo, ma qualcosa del suo atteggiamento deve aver toccato qualche nervo scoperto. Mercoledì della scorsa settimana, poco dopo le 7.30, l’infermiere di Carate affondava la lama nel collo del 47enne seduto su una panchina alle spalle della Banca Intesa. Poi gettava a terra il coltello e chiamava i carabinieri attendendoli sul posto. Alle forze dell’ordine diceva che avrebbe parlato solo con il magistrato. Ma le sue spiegazioni non siano andate oltre la convinzione di essere controllato e spiato da non meglio precisati soggetti.