È importante riconoscere il valore e l’impegno di un volontario. La Croce Verde lissonese lo fa ogni anno, durante il tradizionale pranzo sociale, che è l’occasione per ringraziare i veterani. Così è stato anche la scorsa domenica quando sono stati premiati in venticinque, alla presenza delle autorità cittadine, sindaco e alcuni assessori, dei familiari, Erminia Colnaghi per Anpas e il comandante della stazione dei Carabinieri Roberto Coco. Tra i tanti premiati, dallo storico Guido Poggetti (ex presidente) volontario in forza da 50 anni, a Cinzia Arosio, Marco Brivio, Marco Tassinato, presenti da 35 anni, seguiti da Elisa Aliprandi, Celestina Arosio, in forza da 30 anni, Valeria Bettini, 25 anni, Raoul Cesana, Stefano Corti, Diego Fumagalli, Carlo Galimberti, 20 anni. I più giovani, operativi da quindici anni: Francesca Bagnulo, Ciro, Curatolo, Raffaele Dassi, Monica Mariani, Walter Riboldi, Mirko Musci. Fino a chi è attivo da sette anni: Imane Ammari, Maria Gabriella Bizzo, Emilio Riccardo Bossi, Claudio Crippa, Milena Falcaro, Guido Malberti, Sara Nardini, Bruno Rizzato.
Lissone, la Croce Verde premia i suoi volontari: la storia di Celestina Arosio che iniziò nel 1973
“Per ventisette anni sono stata operativa con il 118, sull’ambulanza, pronta per ogni chiamata- racconta Celestina Arosio– poi, negli ultimi tre, mi sono dedicata e continuo ad essere al centralino, ai servizi socio sanitari. Ricordo ancora i miei inizi, nel 1973, ancora ragazza quando rispondevo solo al centralino e dovevo chiamare sul posto di lavoro i volontari che dovevano correre per il servizio. Ho interrotto con il lavoro poi, nel 1994 ho ripreso e, dopo il corso di Guido Poggetti, è iniziata la mia avventura sull’ambulanza, che adesso mi manca molto. È stata un’esperienza unica”. Infiniti gli aneddoti che potrebbe raccontare, da quelli più delicati a quelli al limite del tragicomico, ma tutti ben impressi nella sua memoria.
Lissone, la Croce Verde premia i suoi volontari: “Esserlo ti aiuta a crescere”
Come dicono di lei è una donna d’acciaio, sempre disponibile per qualsiasi turno, feste comprese. “Sono stata fortunata perché ho vissuto poche situazioni “brutte” – continua- molto spesso ci siamo ritrovati ad accompagnare persone che erano solo molto spaventate. Il periodo peggiore è stato durante la pandemia, ero sola avevamo grandi responsabilità davanti ad un evento sconosciuto. Però anche questo lo abbiamo superato. Essere volontario ti aiuta a crescere, vedi che la realtà non è così come immagini, ci sono tante sfumature e, soprattutto capisci che niente è dovuto tutto deve essere conquistato”. Un’esperienza che spesso viene consigliata ai più giovani, proprio perché aiuta a maturare confrontandosi con la realtà.