Limbiate: il centro anziani rischia la chiusura, oltre 40 soci morti in due anni

Dal 2020 a oggi il crollo dei tesseramenti e le difficoltà del centro anziani di Limbiate: troppi decessi e pochissimi soci.
a sinistra il presidente Rino Mazzuccato e a destra Giuseppe Biassoni
a sinistra il presidente Rino Mazzuccato e a destra Giuseppe Biassoni Fabio Cavallari

«Stiamo andando male perché non abbiamo più tesserati. Al momento non ci sono alternative alla chiusura». È questo il grido di aiuto lanciato da Rino Mazzuccato, 75enne presidente dell’associazione anziani di Limbiate centro. Il Covid infatti non solo ha limitato moltissimo l’apertura della sede all’interno del parco di villa Mella ma anche mietuto molte vittime.

Dal 2020 ad oggi infatti sono ben 42 i tesserati venuti a mancare. Un numero elevatissimo che è conseguenza anche dell’età media particolarmente alta di chi frequenta il luogo di aggregazione.

«Prima della pandemia – spiega il presidente Rino Mazzuccato – a inizio marzo avevamo all’incirca 200 iscritti. Quest’anno siamo fermi a quota 31. Per non parlare dei tempi d’oro quando arrivavamo anche a 750 tessere». La drastica diminuzione di persone che al pomeriggio si recano al centro anziani ha conseguenze molto pesanti sotto vari aspetti.

«Non riusciamo neanche a costituire il Consiglio – spiega Giuseppe Biassoni, 83enne che tutti i giorni si dedica sia agli aspetti amministrativi che alla gestione del bar e alla pulizia dei locali – perché nessuno si vuole impegnare attivamente. Il termine ultimo per presentarsi era il 14 gennaio ma siamo stati costretti a spostarlo al 30 marzo».

Le ripercussioni sono evidenti anche sulle attività visto che sono al massimo una ventina gli anziani che trascorrono il pomeriggio giocando a carte.

«Non posso organizzare le lezioni di ginnastica – commenta Rino Mazzuccato – perché rischio di non avere qui nessuno. Abbiamo riproposto per aprile un tour dell’Umbria che era già saltato nel 2020 e nel 2021 per colpa del Covid ma non si è iscritto nessuno. Speriamo almeno di riuscire ad andare all’Isola d’Elba in tarda primavera».

Da non trascurare è anche l’aspetto economico visto che le entrate legate ai tesseramenti e al bar sono pressoché nulle. «In due giorni – precisa Giuseppe Biassoni – il bar ha fatto un incasso di 40 euro, con i quali non riusciamo neanche a pagare le utenze. Per risparmiare facciamo noi le pulizie ma le spese sono comunque tante».

«Stiamo parlando di circa 11mila euro – aggiunge il presidente Mazzuccato – visto che al canone di affitto e alle utenze bisogna anche sommare i costi del commercialista. A fine gennaio e a fine febbraio abbiamo pagato al Comune due rate da quasi 2mila euro ma non sappiamo come fare a pagare la rata di aprile. Abbiamo scritto al sindaco per avere un incontro con lui perché, se non arrivano nuovi tesserati un po’ più giovani, andiamo verso la chiusura».