«Non m’importa del portafogli e pazienza per la borsa, anche se era un bellissimo regalo di mia zia. Quello che rivoglio è la lettera, l’ultima lettera che mi ha scritto mia madre prima di morire. La tenevo sempre con me».
Non è un semplice furto quello che ha subito Carolina Zuccon, 22 anni, giovane baby-sitter di Seveso che lavora a Cimnago. Lunedì scorso alle 8.45 ha parcheggiato la sua Smart davanti alla scuola dell’infanzia di Cimnago, per accompagnare il bimbo che accudisce in classe. Quando è tornata, la sua borsa non c’era più. All’interno oltre ai documenti, al portafogli, agli occhiali da sole e da vista e a 5 euro in contanti c’era un oggetto unico: l’ultima lettera scritta da sua madre, morta tre anni fa. Un ricordo che l’accompagnava ogni giorno, ma che ora non ha più.
È finito nella mani di chi non ha esitato ad aprirle la macchina e a rubarle, anche se inconsapevolmente, la cosa cui teneva di più al mondo. «Mi sarò allontanata dalla macchina soltanto cinque minuti – racconta – Quella mattina dovevo solo spogliare del giubbino il bambino che accudisco. Non appena ho messo piede fuori dalla scuola, ho capito subito che qualcosa non andava. Ho visto una Fiesta grigia, un po’ scassata, che se ne andava con due persone a bordo facendo un gran rumore. Sono salita in macchina. La borsa era sparita. L’avevo anche nascosta. Forse mi avevano curata e vedendomi scendere dalla Smart senza borsetta, hanno aperto la macchina».
La borsa era un modello firmato dalla stilista Stella McCartney di colore blu elettrico, che Carolina aveva ricevuto a Natale dalla zia. «Era la prima volta che la usavo. Dentro c’era tutto. Per fortuna almeno le chiavi di casa le avevo con me. Ho sporto denuncia ai carabinieri. Il mio desiderio più grande? Riavere la lettera scritta da mia madre».
È probabile che i ladri abbiano tenuto e già rivenduto la McCartney, ma se qualcuno notasse in un cestino o a margine strada una borsa blu elettrico, sappia che è di Carolina e la può riconsegnare alla scuola materna di Cimnago.
La stessa mattina uguale sorte è toccata a un’altra donna che sembra avesse in borsa anche il permesso di soggiorno. Martedì davanti alla scuola materna c’erano i carabinieri.