La nuova Job Station si inaugura giovedì 3 maggio dalle 17, nella sede della cooperativa Novo Millennio, in via Montecassino 8 a Monza. È un centro di smart working assistito, dedicato a persone che soffrono di forme di disagio psichico. Alla base dei percorsi c’è lo sviluppo del lavoro a distanza. Ma qui il concetto di distanza è solo quello fisico. In realtà, poi, è il principio di vicinanza a guidare ogni cosa. In una sorta di accompagnamento alla professione per chi, per i più disparati motivi, si trova a vivere in uno stato di fragilità psichica.
Nel concreto, quello che viene presentato a Monza è un progetto di ufficio allestito in luogo protetto e accogliente, dove le persone con disabilità possono lavorare in serenità, con il supporto di tutor esperti, che hanno funzione di supporto educativo ed emotivo, ma anche di aiuto nel lavoro.
Chi sarà coinvolto verrà occupato, secondo le modalità del telelavoro, per aziende profit che scelgono di aderire. Promotrice del percorso la cooperativa Novo Millennio, appartenente a Consorzio Farsi Prossimo.
Due persone sono già al lavoro a tempo determinato per l’azienda di trasporti e logistica Caloni di Seregno: si tratta di Stefano, un giovane con in tasca una laurea in informatica e buon lavoro licenziato dalla sua azienda (causa crisi), e di Giovanni, che ha studiato design al Politecnico, ma senza concludere gli studi e senza un lavoro prima di entrare nel progetto. Entrambi hanno un contratto vero e anche la loro salute ne ha beneficiato.
Il progetto è promosso con la Fondazione Progetto Itaca onlus, Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Bertini Malgarini onlus, che a loro volta hanno già attivato diverse postazioni di Job Stations a Milano e Roma e che, dal 2012 a oggi, hanno permesso a 52 persone di entrare o rientrare nel mondo del lavoro.
La cooperativa monzese, di fatto, già da un anno ha avviato il percorso “Easy jobs” negli spazi della sua sede. Gli uffici infatti sono separati dall’azienda, ma i lavoratori ospitanti sono in continuo contatto con i colleghi attraverso tutti gli strumenti di comunicazione. In alcuni casi e in momenti specifici i lavoratori vanno in azienda per momenti di formazione o scambio di documenti e materiale necessario per il lavoro.
Questa modalità permette a persone con disagio psichico, magari iniziato proprio dalla perdita del lavoro, di rinascere professionalmente, con la valorizzazione di risorse e competenze inespresse e per riacquistare così anche spazi di autonomia, con la conseguenza di un ruolo più attivo nella società. Un’idea vantaggiosa per i lavoratori che, potendo lavorare in un ambiente protetto e inclusivo, hanno meno stress emotivo; così l’inserimento lavorativo ha molte più probabilità di successo. E vantaggiosa per le aziende che possono in questo modo assolvere all’obbligo di legge di assumere una quota di lavoratori svantaggiati, potendo ricorrere in modo facile a personale specializzato nella gestione della risorsa in categoria protetta.
La presentazione del nuovo progetto è aperta a tutti i cittadini interessati, ma soprattutto alle aziende del territorio (in particolare quelle con più di 15 dipendenti, interessate alla legge 68/1999) che desiderano conoscere questa possibilità.