Tutto quello che rimane del vecchio ippodromo del Parco di Monza è lo scheletro fatiscente dell’insellaggio, vicino all’ingresso di via Villa a Vedano al Lambro: un cadavere strutturale rimasto così dal 1990, l’anno dell’ultimo di quattro incendi in tre anni che mandarono in cenere le speranze di chi credeva ancora in un suo recupero.
Oggi quelle speranze si riaccendono: non tanto per l’ex ippodromo che non sarà certo ricostruito – nel frattempo è stato anche ripristinato il filare di carpini che corre tra le ville Mirabello e Mirabellino, fatto sparire con la costruzione della pista da corsa dei cavalli. A essere salvato è proprio l’insellaggio, l’ultimo scampolo della fu Ascot italiana. Dopo l’avvio del progetto nel 2015, il Consorzio Villa reale e Parco ha infatti pubblicato l’avviso di ricerca di operatori interessati all’intervento di recupero. A disposizione ci sono 250mila euro: il progetto prevede opere per poco meno di 160mila euro oltre agli oneri di sicurezza e per partecipare c’è tempo fino al 23 dicembre.
Tecnicamente, una “manifestazione di interesse” i cui risultati saranno verificati il giorno dopo la scadenza, alla vigilia di Natale. La revisione del progetto, firmato dall’architetto Chiara Lorenza Colzani, è di marzo 2018 e dava seguito a un’intenzione che affonda le radici nel 2005 (quella volta appena dopo Natale): allora la giunta (il Consorzio non c’era) aveva deliberato un progetto definitivo che avrebbe ottenuto, nei due anni successivi, parere favorevole della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano e del consorzio Parco Valle Lambro. Poi tutti si era fermato per cinque anni: solo a giugno 2013 la giunta ha approvato una modifica al quadro economico per rispolverare l’intervento.
Ancora pareri di Soprintendenza e Parco Valle Lambro (nell’estate 2018) e siamo alla fine del 2019: a quarantatrè anni di distanza dall’ultima corsa ufficiale organizzata dalla Società per l’incoraggiamento delle razze equine (Sire) che aveva gestito l’ippodromo dal 1924 – il Grande Cross Country di Monza del 1976 – il progetto potrebbe essere a una svolta. Potrebbe, al condizionale, perché il Consorzio deve misurarsi prima di tutto con operatori interessati ai lavori.
“Il progetto si pone come obiettivo prioritario il recupero architettonico e storico dello stabile insellaggio, che sarà interamente ripristinato nella sua struttura lignea, contrassegnato dallo stile anglosassone, evidenziato dal sistema di assemblaggio della struttura e dall’ornamento rappresentato dai capitelli presenti sulla testate dei sette montanti” si legge nella relazione del progetto esecutivo che ricostruisce anche la storia dell’ippodromo e della struttura superstite.
“La realizzazione dell’impianto, che segue di poco la costruzione dell’autodromo, nasceva su di un progetto, valutato l’impatto della precedente esperienza, pensato con una maggior attenzione al paesaggio e al patrimonio preesistente, con l’obiettivo di integrare le strutture nell’ambiente rispettandone il più possibile le caratteristiche e peculiarità; tuttavia per consentire la visibilità dell’intera pista dalle tribune, venne sacrificato il viale di carpini forgiati a globo che collegava le Ville Mirabello e Mirabellino, asse prospettico centrale dell’area, assumendo scelte maggiormente distruttive rispetto all’intento”.